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Mostre: a Possagno l'arte mutilata di Antonio Canova

24 luglio 2015 | 16.58
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Antonio Canova, 'Le Grazie' nella foto di Stefano Serafin, 1918
Antonio Canova, 'Le Grazie' nella foto di Stefano Serafin, 1918

A mancare è la più emblematica, quella di un nugolo di soldati francesi che giocano a calcio con un pallone unico al mondo: la testa di Paolina Bonaparte scolpita dal Canova. Il custode della Gipsoteca Canoviana, Stefano Serafin, si limitò a osservare, con orrore, quell'affronto al 'suo' grande Canova, senza avere il coraggio, e forse neanche il tempo, di consegnarne per sempre la memoria a una delle sue lastre fotografiche. Oggi le piccole istantanee, diventate icona dei danni che le guerre arrecano al patrimonio artistico, saranno esposte, per la prima volta, nel luogo in cui furono scattate. 'Antonio Canova. L'arte mutilata nella Grande Guerra', è il progetto espositivo a cura di Alberto Prandi e Mario Guderzo, che inaugurerà domani alle 18.30 presso la Gipsoteca Museo del Canova a Possagno (Tv).

Molti dei Canova violati, martirizzati dal cannoneggiamento del 1917, e immortalati negli scatti di Stefano e Siro Serafin, non sono mai più stati esposti. In questo secolo, diverse opere sono state restaurate, molte altre, le più dilaniate, sono rimaste protette nei depositi, da cui usciranno per la prima volta proprio in occasione di questa mostra, riunite in un'ampia sezione, come reliquie di una sfregiata bellezza. Per una di queste opere violate, la magnifica effige di Ebe, la coppiera degli dei, è prevista un'azione didattica che presenterà il gesso danneggiato accostato a una ricostruzione realizzata con le nuove tecnologie.

Canova realizzò due sculture di Ebe, una conservata oggi a Berlino, presso la Nationalgalerie, l'altra a Forlì, al Museo di San Domenico, istituzione che ha autorizzato l'utilizzo dei dati matematici per la produzione in stampa a 3D delle parti mancanti al gesso di Possagno e di tutti i frammenti. Il procedimento è già stato positivamente sperimentato per le integrazioni su 'Paolina Bonaparte', per la 'Danzatrice con i cembali', 'Il Principe Lubomirski' e 'Le Grazie'.

A rileggere i gessi canoviani mutilati Guido Guidi e Gian Luca Eulisse

'Antonio Canova. L'arte mutilata nella Grande Guerra' offrirà quindi l'intero corpus di immagini di Stefano e Siro Serafin, a documentare lo scempio di cui sono tutt'ora testimonianza tragica le opere dilaniate del Canova, opere che escono per la prima vota dai depositi. Inoltre, a cent'anni dal rilevamento fotografico realizzato dai Serafin lo sguardo di due fotografi ritorna oggi sulle opere ferite di Canova. Guido Guidi e Gian Luca Eulisse rileggono i gessi canoviani mutilati e frammentati dalle granate e ci propongono una serie di immagini che tornano a far parlare i corpi rappresentati, testimoni della più tragica delle esperienze umane, la guerra.

A promuovere la mostra e il progetto sono la Provincia di Treviso, la Fondazione Canova, con il contribuito dell'assessorato alla Cultura della Regione del Veneto che ha scelto questo progetto tra quelli prioritari nel proprio programma di attività e iniziative per i cento anni della Grande Guerra. Al progetto partecipano anche il Consorzio di Promozione Turistica Marca Treviso e la Fondazione Stepan Zavrel di Sarmede.

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