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Mostre: a Seravezza 'La passione del colore' di Mario Puccini

11 agosto 2015 | 17.05
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Particolare da 'Il Lazzaretto' di Mario Puccini
Particolare da 'Il Lazzaretto' di Mario Puccini

Un emozionale impiego del colore in funzione costruttiva dell'immagine, perfettamente in linea con le più moderne espressioni dell'arte italiana ed europea è quel che risalta in 'Mario Puccini. La passione del colore da Fattori al Novecento', la mostra dedicata all'artista livornese Mario Puccini, in corso, fino al 2 novembre, nelle sale del Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia (Lucca).

Curata da Nadia Marchioni ed Elisabetta Palminteri, l'esposizione getta una nuova luce su un artista rimasto assente dal circuito espositivo da quasi mezzo secolo, e che, grazie alla generosità di alcuni collezionisti privati, fondazioni e musei, riunisce per la prima volta oltre 70 opere del 'Van Gogh italiano', come fu definito dalla critica del tempo. Opere contestualizzate con i lavori di artisti che con lui condivisero un percorso figurativo nel passaggio tra Otto e Novecento.

Il confronto con le tele dei maestri

Il percorso espositivo inizia introducendo proprio questo mondo fatto dai suoi maestri, Giovanni Fattori e Silvestro Lega, e amici pittori come Giovanni Bartolena, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewlyn Lloyd, Guglielmo Micheli, Alfredo Mueller, Plinio Nomellini. Da qui si arriva a far luce sui rari dipinti del suo primo periodo (1887 - 1893), nel quale l'artista si dedica allo studio della figura.

Il 1893 segna uno spartiacque nella vita e nella carriera artistica del giovane Puccini: la malattia mentale lo fa soccombere appena ventiquattrenne, e il padre sarà costretto a farlo ricoverare prima a Livorno, e poi nel manicomio di Siena, dove resterà pressoché inoperoso per oltre quattro anni. Recuperata, in parte, la salute, Puccini visse nella propria città lavorando alla costruzione di aquiloni e marionette, e disegnando per le ricamatrici. E' proprio da qui che ripartì la sua carriera artistica nei primi anni del Novecento, con uno stile completamente rinnovato.

Esposti anche documenti originali e foto d'epoca che raccontano gli anni del manicomio

A questo periodo sono riferiti molti capolavori dove emerge il genio dell'artista, come il trittico 'Vele al sole o porto di Livorno' del 1910, dove le vele riflettono potentemente la luce del sole creando astratti arabeschi, il 'Fienaiolo' del 1908, 'La metallurgica' del 1913, o ancora la grande tela 'Il Lazzaretto', del 1911 circa, che dopo molti anni torna a mostrarsi al pubblico.

I suoi ripetuti soggiorni in Versilia e a Seravezza, a partire dal 1912, hanno offerto l'occasione di immaginare, nella sale del Palazzo Mediceo, il rilancio del dibattito storico e critico su un artista troppo a lungo dimenticato, e la sua collocazione nella storia dell'arte italiana e internazionale. In mostra anche documenti originali e foto d'epoca, che raccontano i quattro lunghi anni in manicomio di Puccini.

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