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Arte: a Ferrara tornano le opere metafisiche di De Chirico

05 novembre 2015 | 16.56
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'Le muse inquietanti' di de Chirico, una delle opre in mostra
'Le muse inquietanti' di de Chirico, una delle opre in mostra

Ferrara 'capitale' dell'arte metafisica di Giorgio De Chirico. Tornano nella città estense, infatti, le opere che l'artista vi dipinse tra il 1915 e il 1918. A Palazzo dei Diamanti, dal 14 novembre al 28 febbraio, saranno esposti oltre settanta dipinti provenienti dai principali musei e collezioni di tutto il mondo nella mostra 'De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie', curata da Paolo Baldacci e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte.

L'esposizione è stata presentata al Mibact dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, da Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, da Lucia Nardi, responsabile iniziative culturali Eni, dal vicesindaco del capoluogo emiliano e assessore alla Cultura Massimo Maisto, dal direttore generale dei Musei del Mibact Ugo Soragni, dalla direttrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, Maria Luisa Pacelli e dal curatore della mostra Paolo Baldacci.

Al centro dell'esposizione, la produzione ferrarese di De Chirico che ha risieduto in città negli anni della Prima Guerra Mondiale. Quando l'Italia entrò nel conflitto De Chirico e suo fratello Alberto Savinio lasciarono Parigi per arruolarsi e, alla fine del giugno del 1915, vennero assegnati al 27esimo reggimento di fanteria di Ferrara. Anni in cui l'artista strinse un forte sodalizio con Carlo Carrà.

"Siamo finiti in una schema per cui sembra inevitabile che le mostre di qualità - ha osservato il ministro Franceschini - le possa fare per forza soltanto il privato. Sembra impossibile che il pubblico possa fare altrettanto. La Fondazione Ferrara Arte da molti anni è la prova che una società tutta pubblica, che gestisce in modo intelligente i bilanci e la programmazione, riesca a fare buone mostre e a farle con un bilancio in pareggio ". La mostra, ha poi sottolineato Franceschini, "il 13 novembre sarà inaugurata dal Presidente della Repubblica che verrà a Ferrara. E questo da solo dimostra l'importanza di questo evento per il Paese".

La mostra, la prima in senso assoluto dedicata all'indagine e all'approfondimento delle peculiarità artistiche e culturali di questo periodo per l'arte italiana ed europea, presenta la più completa rassegna dei capolavori dipinti da de Chirico e Carrà nel 1917 a Villa del Seminario, l'ospedale psichiatrico militare per la cura delle nevrosi di guerra, dove i due artisti furono ricoverati nella primavera-estate del 1917, e dove svilupparono un intenso sodalizio di lavoro.

"Questa mostra - ha spiegato il sindaco di Ferrara, Tagliani - sottolinea gli effetti che questi eventi hanno prodotto su questi autori e anche l'influenza che la scrittura di De Chirico, conosciuta da Carrà e Morandi, ha avuto su una parte consistente della cultura del Novecento. Abbiamo voluto allestire la mostra con un duplice significato: nel 2015 ricordiamo il centenario dell'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, ma per la città di Ferrara è il riconoscimento del ruolo che la città ha avuto nella pittura metafisica".

Il primo cittadino ferrarese ha poi anticipato che nel 2016 Ferrara ricorderà "i 500 dalla prima edizione dell''Orlando Furioso', che fu realizzata nell'aprile del 1516, con una mostra importante, con un approccio innovativo.

Vorremmo ricostruire cosa vedeva Ariosto in quegli anni" ovvero "presenteremo le opere e i quadri che Ariosto, nel suo tempo, aveva sotto gli occhi mentre scriveva 'L'Orlando Furioso'. Una mostra che nascerà anche con la collaborazione del Mibact". Infatti, sarà il frutto della collaborazione tra il ministero e tra la Fondazione Ferrara Arte.

Per la prima volta dopo quarantacinque anni si potranno ammirare, allestiti uno accanto all'altro, gli originali dei grandi manichini di Giorgio de Chirico del 1917-18 insieme alla serie quasi completa delle opere metafisiche di Carrà: 'Il gentiluomo briaco', 'Composizione TA', 'Penelope', 'Natura morta con la squadra', 'La camera incantata', 'Solitudine', 'Madre e figlio', 'Il dio ermafrodito', 'L'ovale delle apparizioni', 'Il cavaliere dello spirito occidentale', 'Il figlio del costruttore'.

Altrettanto importante è la presenza di Giorgio Morandi, il cui percorso verso la sospensione metafisica e il realismo magico è documentato da un ristretto gruppo di tele realizzate tra il 1916 e il 1919: dalla famosa 'natura morta rosa' fino a quelle coi busti di manichino e con i vasi sul tavolo rotondo del 1919.

Attraverso poche ma essenziali opere di Filippo de Pisis, il primo e più fedele compagno ferrarese di de Chirico, è possibile seguirne il percorso che sviluppa una visione personale della metafisica, dai primi collage dadaisti fino alle opere degli anni Venti, dense di citazioni dalle opere dell'amico ('Natura morta accidentale', (1919-20), 'I pesci sacri', 1926, 'Natura morta con gli occhi', (1923). Partner della mostra è Eni.

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