"Per scrivere, bisogna prima aver letto; per aver letto, bisogna prima aver voluto qualcosa di più grande; per averlo voluto, bisogna prima aver pianto. Dunque, per scrivere bisogna prima aver pianto". Si apre con questa sorta di 'equazione esistenziale' il romanzo d'esordio della poetessa e chitarrista diciottenne catanese Chiara Riscica, 'Il Sole della Notte', edito da Bastogi Libri.
La vicenda, che si svolge in un paesino di montagna nei pressi di Siracusa, vede come protagonista una giovane siciliana della stessa età dell'autrice, la cui vita è un viaggio interiore che la porta a scoprire le fonti e a capire la forza del dolore e della felicità, della solitudine e del rapporto con gli altri, con la famiglia, con la società. "Non dimenticate mai - dice Serena, la ragazza protagonista del romanzo - che per ogni dolore che proviamo, piccolo o grande che sia, c'è sempre una stessa quantità di felicità". E poco prima: "Il dolore non è che uno specchio, che riflette la gioia".
Ma quanto c'è di autobiografico in questo romanzo esistenziale e di 'formazione'? "Sicuramente, mi sono ispirata a sensazioni ed emozioni personali - risponde all'AdnKronos Chiara Riscica - sotto questo punto di vista, il libro è scritto in prima persona, la voce della protagonista è quella della narratrice. La vicenda, però, è frutto di fantasia e si traduce in un andare a privare l'anima della ragazza di tutti i suoi punti di riferimento per sostituirli: qui, per osservarne l'ambito emozionale, è stato necessario, anche se non agevole, un distacco psicologico dal personaggio da parte della sua 'creatrice', che ha permesso di compiere un percorso insieme, 'lei' e io".
