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Addio a Umberto Eco

20 febbraio 2016 | 07.10
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Umberto Eco (Foto Afp) - AFP
Umberto Eco (Foto Afp) - AFP

La cultura italiana è in lutto. È morto lo scrittore, filosofo e semiologo Umberto Eco. Aveva 84 anni (FOTO). Tra i suoi successi letterari 'Il nome della rosa', best-seller internazionale tradotto in 47 lingue e venduto in trenta milioni di copie, e 'Il pendolo di Focault'. Saggista prolifico, ha scritto numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo.

Eco, nato ad Alessandria il 5 gennaio 1932 e morto ieri sera nella sua abitazione, si era laureato in filosofia nel 1954 all'Università di Torino con una tesi sull'estetica di San Tommaso d'Aquino. Non abbandonò mai la filosofia e la cultura medievale, anche se successivamente si dedicò allo studio semiotico della cultura popolare contemporanea e all'indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico.

Nel 1956 pubblicò il suo primo libro che prese ispirazione dalla sua tesi di laurea dal titolo 'Il problema estetico in San Tommaso'. Nel 1954 partecipò e vinse un concorso della Rai per l'assunzione di telecronisti e nuovi funzionari ma presto abbandonò la televisione per dedicarsi all'insegnamento universitario. Nel 1988 ha fondato il Dipartimento della Comunicazione dell'Università di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna. Dal 12 novembre 2010 Umberto Eco era socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.

Tra i suoi capolavori 'Il pendolo di Foucault', 'L'isola del giorno prima', 'Baudolino', 'Il cimitero di Praga', 'Numero zero', il romanzo uscito lo scorso anno con forti riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria e complottistica italiana, da Tangentopoli a Gladio, passando per la P2 e il terrorismo rosso. Numerosi sono anche i suoi testi di filosofia, semiotica, linguistica, estetica, testi di letteratura per l'infanzia.

Renate e Carlotta Eco, rispettivamente moglie e figlia di Umberto Eco, hanno lasciato la loro abitazione milanese intorno alle 15 per dirigersi al Castello Sforzesco dove, con tutta probabilità, hanno compiuto il sopralluogo in vista della cerimonia funebre programmata per martedì prossimo.

Oggi le bandiere del Comune di Alessandria a mezz’asta in segno di lutto. Domani le sale storiche e la sala blu della Biblioteca civica di Alessandria saranno teatro di un evento celebrativo in memoria di Umberto Eco. "Domani - afferma all'Adnkronos il sindaco Maria Rita Rossa - apriremo la parte storica della biblioteca, dove ci sono le Cinquecentine, che lo stesso Eco aveva aiutato a riscoprire".

"Sarà aperta tutto il giorno per svolgere letture dei suoi libri e per ricordarlo: stiamo coinvolgendo persone ed attori del territorio per fargli un omaggio, un tributo. Eco - spiega Rossa - era un vero alessandrino, non era infrequente incontrarlo qui, ha continuato a tenere legami con la sua terra". "Pensiamo di rendergli omaggio aprendo le sale della passione della sua vita, ossia i libri", continua.

"Dedicheremo ad Eco un luogo simbolo di cultura", continua il sindaco. Piuttosto che una via o una piazza, al primo cittadino piacerebbe intitolare ad Eco "un luogo segno e simbolo di cultura, di apertura mentale e critica". Un emblema di cultura come "una biblioteca o un teatro - sottolinea - E' uno dei primi impegni che gli renderemo, superando anche gli ostacoli e i lunghi tempi burocratici".

I MESSAGGI DI CORDOGLIO

SERGIO MATTARELLA - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è detto "particolarmente addolorato" per la morte di Eco. Per il capo dello Stato, lo scrittore e studioso "era un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra".

MATTEO RENZI - Profondo cordoglio per la scomparsa di Eco è stato espresso ai familiari dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. "Esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro", sottolinea Renzi che con lui si era intrattenuto a Milano, a Expo, lo scorso giugno.

DARIO FRANCESCHINI - "Ci ha lasciato Umberto Eco. Un gigante che ha portato la cultura Italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all'ultimo giorno". Questo il messaggio di cordoglio su Twitter del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. "E' stato un assoluto protagonista del panorama culturale del XX e XXI secolo - aggiunge poi il ministro in una nota - un autentico intellettuale a tutto campo che ha saputo parlare tanto all'accademia quanto alle masse con diversi registri, ma sempre con grande sapienza e profondità di pensiero. Una vasta produzione di saggi, articoli e romanzi tradotti in tutto il mondo è solo una parte dell'immenso contributo che egli ha fornito all'elevazione sociale, morale, civile e culturale del Paese". "La sua verve, il suo intuito, il suo pensiero lungo, la sua visione originale - ricorda il ministro - sono parte integrante di una personalità poliedrica che mancherà non solo a tutti coloro che lo hanno conosciuto, ma all'intera società".

FARNESINA - La scomparsa di Umberto Eco "è una perdita incolmabile per la cultura italiana, un artista che ha contribuito a far conoscere ed amare l'arte italiana nel mondo". Lo sottolinea la Farnesina in una nota in cui si spiega che il ministero degli Esteri "intende tutelarne anche fuori dai confini nazionali il patrimonio culturale, sociale ed umano composto di opere tradotte in 100 lingue". "Per ricordare l'arte che Eco ha saputo creare, la Farnesina ha stabilito che la rete degli 80 Istituti di Cultura italiani nel mondo adotteranno per tutto l'arco del 2016 iniziative per celebrarlo. In tutte le città deve sono presenti gli Istituti verranno organizzate conferenze ed eventi dedicati all'ampio repertorio delle sue opere, coinvolgendo le personalità del mondo culturale locale che lo hanno conosciuto ed apprezzato".

FRANCOIS HOLLANDE - "Umberto Eco è stato un immenso umanista. Saluto la memoria di questo grande italiano che non ha mai smesso di essere un grande amico della Francia", ha scritto il presidente francese Francois Hollande in un tweet. Numerose le personalità anche politiche straniere che hanno espresso il loro cordoglio per la scomparsa di Eco. "La sua opera rimarrà nella nostra memoria", ha scritto il leader dei popolari spagnoli Mariano Rajoy. "Lascia un patrimonio di cultura, idee, romanzi e insegnamenti che durerà per sempre", ha scritto il presidente del Parlamento europeo Martin Schultz.

ELISABETTA SGARBI - Il suo ultimo libro "in cui, ancora una volta, riversa tutto il suo genio: si intitola 'Pape Satan Aleppe. Cronache di una società liquida'. E uscirà per la sua casa editrice La nave di Teseo", dice all'Adnkronos Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale di 'La nave di Teseo'.

ROBERTO SAVIANO - Da Twitter arriva il cordoglio di Roberto Saviano, che cita l'ultima frase de 'Il nome della rosa': "Nomina nuda tenemos. Addio, Professore".

DACIA MARAINI - "Oltre a essere un grande scrittore, era un amico, una persona squisita, disponibile, gentile, non saliva mai in cattedra e aveva un fortissimo senso dell'ironia. E' una perdita personale, ma anche una perdita per l'Italia perché il suo sguardo era sempre acuto e sapiente", commenta la scrittrice Dacia Maraini.

EDOARDO NESI - "Come si fa a commentare la grandezza di un personaggio come Umberto Eco? Per lui si può ben usare la parola luminare. Sono orgoglioso che mi avesse voluto nella ciurma de 'La Nave di Teseo'". Parla così, con l'Adnkronos, lo scrittore Edoardo Nesi, Premio Strega 2011. "Insieme alla tristezza che provo ora per la perdita di un personaggio del suo livello - dice - ho anche questo piccolo orgoglio personale di essere stato uno dei marinai della Nave che lui comandava. Una grande avventura che abbiamo cominciato insieme a Sandro Veronesi, e di cui ora faccio parte".

NICOLA LAGIOIA - "Umberto Eco era così parte dell'orizzonte culturale e da così tanti anni che quasi non si è abituati a considerarlo di carne e ossa". Così lo scrittore che ha vinto il Premio Strega nel 2015 Nicola Lagioia.

ANTONIO PENNACCHI - "Grandissima anima, grandissima intelligenza. Mancherà sicuramente al Paese". Così lo scrittore, Premio Strega 2010, Antonio Pennacchi, commenta con l'Adnkronos la morte di Eco la cui opera "ha illuminato la televisione, l'accademia, la narrativa e tutto il mondo della cultura italiana dalla seconda metà del '900 ad oggi". Pennacchi rivolge a lui la sua gratitudine per "tutto quello che ha dato".

LUCA SERIANNI - "Ho appreso con grande stupore della morte di Eco perché è stato una figura centrale nell'Italia dalla fine del '900 fino ad oggi. Una figura particolarmente rappresentativa". Il linguista Luca Serianni commenta così la scomparsa di Eco.

VITTORIO SGARBI - "Chiedo al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio di proclamare i funerali di Stato per Umberto Eco quale testimone universale della grande civiltà italiana" scrive Vittorio Sgarbi sul suo profilo Facebook.

MASSIMO CACCIARI - "Certamente tra gli scrittori e gli intellettuali degli ultimi 50 anni è il più rappresentativo, soprattutto per certi elementi che sfuggono al grande pubblico. Umberto Eco, infatti, è diventato internazionalmente famoso con i suoi romanzi che però sono solo la punta dell'iceberg della sua sterminata erudizione e conoscenza delle tradizioni filosofiche e religiose europee", commenta Massimo Cacciari. "I suoi saggi su San Tommaso - osserva il filosofo veneziano - sono fondamentali. Tra tutti gli intellettuali è il più noto, ma per apprezzarlo bene bisogna capire che immensa mole di lavoro sorregga le sue opere più popolari".

FURIO COLOMBO - "La sua morte è un evento impossibile. Ti sembra non adeguato neppure alle leggi della natura che un simile flusso di vitalità e una tale continua fabbrica del nuovo possa spegnere le luci. Non ci credi. E questo rende ancora più doloroso e disorientante accettare, con parole troppo semplici, il fatto compiuto" afferma lo scrittore e giornalista Furio Colombo, amico di Umberto Eco dai tempi dell'Università. "Ti manca non solo la parte degli affetti, che fa parte della storia privata - spiega Colombo all'Adnkronos - ma c'è un'altra solitudine, di tipo creativo, intellettuale, del continuo rinnovamento di un discorso che non è mai chiuso".

Furio Colombo è giunto nella casa milanese di Eco per rendere omaggio alla salma e rendere le proprie condoglianze alla moglie e ai figli.

Lasciando l'abitazione di Eco, al termine della visita alla famiglia, Colombo ha detto: "Sono affranti ma sono anche persone straordinarie. La moglie Renate è una donna intelligente e io in questi giorni la sto ammirando molto". I due figli e i tre nipoti "di cui Umberto era immensamente fiero, sono veramente un sostegno grandissimo".

GIANNI VATTIMO - "Umberto era assistente di Luigi Pareyson, ma in quel periodo si occupava di semiotica, di tv, era amico di Enzo Paci e scriveva nella sua rivista. Trascurava un po' il professore. Non ha vinto il concorso in cui c'ero anch'io secondo me perché non ha mandato gli auguri di Natale a Pareyson. Per vincere un concorso accademico bisognava avere molte alleanze cattoliche". Lo racconta all'Adnkronos il filosofo Gianni Vattimo, ricordando gli anni universitari e la lunga amicizia che lo legava a Umberto Eco, "che mi insegnava la filosofia medievale, suo cavallo di battaglia, e mi raccontava la piccante storia di Abelardo e Eloisa".

Del Corno: Umberto Eco massimo monumento civile e culturale milanese.

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