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Mostre: a Firenze 'Doppio Ritratto' racconta Antonio e Xavier Bueno

31 marzo 2016 | 09.35
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'Doppio autoritratto' di Antonio e Xavier Bueno (olio su tela, 1944)
'Doppio autoritratto' di Antonio e Xavier Bueno (olio su tela, 1944)

L’intera parabola artistica dei due fratelli Bueno, in parallelo e in un unico percorso espositivo, viene proposta a Firenze, dal 21 maggio al 6 novembre prossimi in una grande mostra a Villa Bardini intitolata 'Doppio Ritratto - Antonio e Xavier Bueno, contrappunti alla realtà tra avanguardia e figurazione'. La mostra è promossa della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in collaborazione con l’Associazione Culturale Bueno. L’esposizione raccoglie 120 opere tra le più significative della produzione dei due pittori di origine spagnola. Il nucleo più consistente è rappresentato da quelle concesse dagli eredi cui si sommano i prestiti provenienti da importanti realtà museali, da prestigiose fondazioni e da collezionisti privati con diversi inediti.

Il catalogo della mostra contiene contributi di Susanna Ragionieri, Giorgio Bedoni e l’introduzione di Philippe Daverio, presidente onorario dell’Associazione Culturale Bueno che ha sede a Firenze. Il progetto, a cura di Stefano Sbarbaro, segue le fortunate e ricche iniziative realizzate a Villa Bardini attorno alle figure di Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian e chiude in doveroso approfondimento (impreziosito anche dalla monografica su Alfredo Serri) sull’intricata e breve esperienza del Gruppo dei Pittori Moderni della Realtà (1947-1949). Gli organizzatori della mostra intendono celebrare e ripercorrere la vicenda creativa e umana di due complesse personalità votate alla più autentica pratica pittorica che con originalità ebbero modo di avvicinarsi al vivace ambiente culturale fiorentino a partire dagli anni Quaranta, guadagnandosi in un lungo e tormentato percorso di crescita e adattamento stilistico, un ruolo da protagonisti nel panorama artistico italiano del secondo Novecento.

Sullo sfondo dei profondi cambiamenti culturali nei vivaci anni del dopoguerra, segnati dall’antinomia avanguardia e figurazione, l’indagine intende per la prima volta approfondire la simbiosi esistenziale tra i due fratelli mettendone in luce, da una parte i punti di tangenza nel delicato meccanismo dei reciproci condizionamenti e scambi di influenze, specie negli anni della formazione, e dall’altra le fasi del distacco e dell’affrancamento individuale che portarono alle rispettive maturità stilistiche. I fratelli Xavier (1915-1979) e Antonio Bueno (1918-1984) giunsero in Italia nei difficili anni della guerra dopo un’infanzia trascorsa tra Berlino, Ginevra e Parigi al seguito del padre giornalista, e arrivarono a Firenze nel 1940, motivati dallo studio della straordinaria eredità artistica rinascimentale della città. Quello che avrebbe dovuto essere un soggiorno breve e temporaneo si trasformò, per entrambi, in un'esperienza di vita definitiva e totalizzante perché nel capoluogo toscano trascorsero il resto della loro vita.

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