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Archeologia: Leodori premia soprintendenza Lazio e Etruria meridionale

18 aprile 2016 | 18.37
LETTURA: 3 minuti

Archeologia: Leodori premia soprintendenza Lazio e Etruria meridionale

Il presidente del Consiglio regionale de Lazio, Daniele Leodori, ha premiato oggi la Sovrintendenza archeologica del Lazio e dell'Etruria meridionale per aver portato alla luce, alcuni mesi fa, la Tomba dello Scarabeo dorato, una delle più importanti scoperte dell'Etruria degli ultimi anni, in zona Poggio Mengarelli, poco distante dal Parco naturalistico archeologico di Vulci.

Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato, nei saloni della Pisana, ad Alfonsina Russo, soprintendente per l'Archeologia del Lazio e dell'Etruria meridionale, a Simona Carosi e Patrizia Petitti, funzionari archeologici della Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell'Etruria, Teresa Casa e Carlo Casi restauratori della 'Fondazione Vulci'.

Accanto al presidente Leodori presenti, tra gli altri, Mauro Mazzola e Sergio Ceci, sindaci rispettivamente di Tarquinia e Montalto di Castro.

Il corredo della principessa comprendeva ceramiche, fibule in oro e bronzo, una collana d'ambra proveniente dal Baltico

La Tomba dello Scarabeo dorato è databile tra la fine dell'VIII e del VII secolo a.C.. Si tratta di un sarcofago che ospita i resti di una giovane principessa, tra i 13 e i 14 anni, accompagnata dal suo personalissimo tesoro che comprendeva elementi in ceramica (tazze, scodelle, un'olla e un 'cratere' decorato trovato ognuno con il proprio coperchio), fibule in oro e in bronzo, elementi di una collana in argento e fili d'oro, una collana d'ambra proveniente dal Baltico e due scarabei egizi.

Amuleti che avrebbero dovuto accompagnare la giovane principessa nel suo viaggio ultraterreno, simboli di salvezza e di rinascita. Lo scarabeo aveva un valore escatologico, era simbolo di 'salvezza', l'ambra era invece legata al mito di Fetonte, figlio del dio del Sole, che proteggeva il defunto nel suo viaggio verso l'al di là.

Entro la fine del mese partirà nuova campagna di scavi- I reperti presentati in una mostra a Vulci

Entro la fine del mese partirà una nuova campagna di scavi, che si avvarrà degli accordi stipulati dalla Soprintendenza con atenei ed enti europei come l'Università di Londra e la Soprintendenza di Amphipolis in Grecia. Dalle nuove ricerca si attende una ricostruzione della genealogia della giovane principessa e una migliore conoscenza del periodo in questione durante il quale si diffusero a Vulci oggetti di pregio, spesso importati, a segnalare lo status elevato di alcune famiglie del luogo.

I reperti saranno presentati al pubblico all'interno di una mostra allestita al Museo Archeologico Nazionale di Vulci e nell'ambito di un'importante esposizione a Roma legata all' Egitto e ai rapporti con l'Etruria, patrocinata dal Consiglio regionale del Lazio.

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