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Allarme archivi di Stato, tallone d'Achille del ministero dei Beni culturali

23 aprile 2016 | 12.32
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Il ministro Dario Franceschini in una recente visita all'Archivio di Stato (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Il ministro Dario Franceschini in una recente visita all'Archivio di Stato (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

E' allarme sugli archivi di Stato. Le 100 sedi, distribuite su tutto il territorio nazionale, sono considerate di fatto "il tallone d'Achille del ministero", alcuni non riescono neppure a pagare le bollette. E il concorso per 500 funzionari del ministero dei Beni culturali dovrebbe foraggiare con al massimo 80 addetti, secondo i sindacati, gli istituti 'affamati' di personale, perché i dipendenti attuali, che hanno un'età compresa tra i 55 e i 60 anni, nel giro di otto anni saranno tutti in pensione. Sindacati del settore ed esperti parlano, all'Adnkronos, di una "situazione tragica".

Mariella Guercio, presidente dell'Associazione Nazionale Archivistica Italiana, parla anche di "mancanza di fondi per gestire il quotidiano, la routine e addirittura le attività di sopravvivenza di queste istituzioni. Mano a mano che il personale va in pensione e non viene rimpiazzato, si svuotano intere istituzioni. Nell'Archivio di Stato di Roma, ad esempio, non c'è più personale in grado di occuparsi dei documenti antichi, quelli su pergamena. I tecnici che erano impegnati a rendere consultabili questi immensi patrimoni, che noi chiamiamo fondi diplomatici, non ci sono più".

"La situazione è un colabrodo - rincara la dose Guercio - Fino a quattro anni fa questi istituti avevano dei bilanci così magri che non riuscivano neanche a pagare le bollette della luce. Quest'anno sono state date risorse giusto per non fare debiti". Una situazione della quale è conscio anche il titolare del Mibact, Dario Franceschini , al punto da affermare, nel question time del 13 aprile scorso, che pur se "gli archivi, le biblioteche, gli istituti storici e gli istituti del Ministero hanno avuto da raddoppiate a triplicate le risorse rispetto all'anno precedente", questo "non è sufficiente, ma è veramente una boccata d'ossigeno che era attesa da anni".

Quanto agli addetti agli archivi sempre Franceschini, nella stessa occasione , ricordava che con la legge di stabilità è stata autorizzata "l'assunzione, a tempo indeterminato, per il Ministero, di 500 funzionari inquadrati nella terza area del personale non dirigenziale. Questo consente di coprire tutti i posti vacanti in pianta organica rispetto a quell'area e una parte rilevante di questa sarà la copertura di tutti i posti vacanti di terza area degli archivisti", il numero preciso di uovi assunto per il settore, a detta del ministero, sarà di 95. I sindacati incassano e chiedono di più:"Bisogna riconoscere che il ministro Franceschini ha predisposto un concorso per 500 addetti. Ma di questi, solo 80 andranno a svolgere il ruolo di archivisti, a fronte di un personale attuale con l'età media di 55-60 anni che tra quattro anni sarà dimezzato e tra otto sarà tutto in pensione. La situazione è tragica", afferma Ferruccio Ferruzzi, ex direttore dell'Archivio di Stato dell'Aquila e attuale rappresentante della Uilbact.

"Il personale al suo pieno - aggiunge Ferruzzi - era nell'ordine di 500 persone tra i tre livelli di personale, dalla base ai dirigenti per coprire i 100 archivi di Stato che hanno 35 sezioni distaccate, più 15 soprintendenze regionali di cui alcuni hanno centinaia di archivi da tutelare. Con gli 80 previsti dal concorso, staremo ovunque molto al di sotto dell'organico. Avevamo chiesto una graduatoria di lunga durata cui attingere negli anni, perché a questo concorso parteciperanno almeno 20mila concorrenti, visto che non se ne fanno da vent'anni e le Università sfornano potenziali idonei. Invece hanno stabilito di fare una graduatoria standard, con la durata triennale".

"Ci aspettiamo un'iniezione di personale dalla soppressione delle province, ma non è detto. Se si va avanti così, la chiusura degli archivi è solo rimandata perché non ci sarà un ritorno alla normalità ma solo tamponamenti di un'emorragia continua". Franceschini il 13 aprile indicava come probabile nella legge di stabilità del prossimo anno il completamento dell'organico, alla luce anche dei prossimi pensionamenti, sottolineando però che "servirebbe un periodo di contestuale presenza per poter trasferire il know how da una generazione all'altra".

Ferruzzi lancia anche l'allarme sugli spazi destinati agli archivi di Stato, "insufficienti a raccogliere tutte le carte con più di 40 anni che vengono convogliate dagli uffici statali. Il solo Archivio di Stato di Roma - sottolinea - ha 100 chilometri di documenti tra antichi e meno antichi. Nel censimento fatto dal ministero degli Interni, ci sono circa 1.500 chilometri di documenti provenienti da uffici statali di tutto il territorio, da versare negli archivi di Stato che però non hanno spazio per accoglierli. Questo è un fatto endemico di cui non si vede l'uscita. Il Mibact, fra l'altro, sostiene anche una forte spesa per l'affitto di immobili -aggiunge Ferruzzi- da destinare a depositi degli archivi di Stato, circa 15-16 milioni di euro all'anno, perché non sono stati destinati loro edifici adeguati, come ad esempio le caserme dismesse dopo la fine della leva obbligatoria".

"Poi c'è un altro fronte, apparentemente meno urgente ma importantissimo - evidenzia Ferruzzi - che è la tutela degli archivi digitali, attualmente abbandonati a se stessi. Non c'è nessun archivio di Stato attrezzato per ricevere e far fruire agli studiosi i materiali digitali, non c'è una procedura standardizzata per farlo. Per un problema legato all'obsolescenza dei software e dell'hardware, rischiamo di perdere i documenti recentissimi, perché se non si ridigitalizzano sistematicamente nei nuovi supporti, non saranno più leggibili in futuro. Cosa che invece non succede con le pergamene medievali, che vengono conservate e non hanno problemi di leggibilità". Di "archivi tallone d'Achille del Mibact" parla Giuseppe Urbino, segretario della Confsal Unsa, che mette in guardia sulla "mancata formazione di nuovo personale, a fronte di una cronica carenza. E' a rischio la prosecuzione dell'attività degli archivi di Stato".

Problemi e deficit che riguardano, secondo Urbino, "i tecnici che lavorano sul materiale archivistico e sul suo restauro e il personale delle sale studio. E' una situazione che preoccupa non soltanto noi sindacati ma anche l'amministrazione del Mibact in generale". Quanto invece all'assunzione, a tempo indeterminato per il ministero di 500 funzionari, Urbino precisa che "non riguardano solo gli archivi. Sono funzionari da distribuire nei vari istituti, presenti sul territorio, e quindi soprintendenze, biblioteche, archivi, scavi, musei. Non andremo a costituire una task-force per gli archivi come invece ci vorrebbe". Sul fronte economico il sindacalista ricorda che "il ministro in generale ha fatto degli annunci. Ha parlato di 25 milioni di euro per il triennio 2016-2018. Ma noi non vediamo nulla di tutto questo. In alcuni archivi, come quelli di Roma, Torino o Napoli, non ci sono i soldi per comprare i francobolli o per le bollette telefoniche. Insomma - conclude - non si può pensare solo ai grandi musei, per i quali sono stati individuati anche dirigenti stranieri, e lasciare gli archivi al rango di Cenerentole".

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