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Beni culturali: CC svelano i loro 'tesori' nella mostra 'L'Arma per l'Arte'

14 luglio 2016 | 16.02
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Kylix ad occhioni
Kylix ad occhioni

Tele di Cézanne, Van Gogh, Guercino. Un'opera di Canaletto, la lettera in cui Cristoforo Colombo annunciava la scoperta del nuovo mondo. E poi opere mai viste finora come un dipinto raffigurante un mezzobusto di Bacco con uva e coppa di vino del pittore caravaggesco Loth Johann Carl detto il Carlotto. Senza dimenticare un disegno di Amedeo Modigliani, il Mitra Tauroctono, una scultura che raffigura il Dio Mitra, e una Kylix (una sorta di coppa) ad occhioni attribuita al pittore e ceramista greco del VI secolo a.C. Andokides.

I carabinieri svelano i loro tesori, rendendo visibili, nell'esposizione 'L'Arma per l'Arte e la Legalità', allestita da oggi al 30 ottobre, nella Galleria nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, i reperti recuperati attraverso le attività d'indagine del nucleo per la Tutela Patrimonio Culturale, comandato dal generale Mariano Mossa.

Si tratta, ha spiegato il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso della presentazione, di una "mostra straordinaria: è capitato di presentare ai cittadini e alla stampa il recupero di un'opera rubata e poi recuperata grazie all'azione straordinaria dei nostri Carabinieri per la tutela del patrimonio. Ma così tante insieme, mai. Vedere opere importantissime di arte antica e moderna, capolavori assoluti recuperati dall'azione dei nostri Carabinieri, è una cosa bellissima per il Paese che deve essere molto orgoglioso di questa eccellenza. E' un'occasione per i turisti e penso davvero che, una cosa come questa, andrà ripetuta perché è unica", ha concluso Franceschini.

Le opere, circa 210, la cui datazione inizia "dal VII secolo avanti Cristo fanno parte dello straordinario patrimonio storico dell'Italia", ha sottolineato Tullio Del Sette, comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, che ha poi aggiunto: "Credo che sia una mostra importante sia per il luogo in cui si tiene sia per il numero delle opere e per il modo in cui sono esposte. La collaborazione con l'Università, con la Direzione nazionale dei Musei e con la Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini, è stata straordinaria". Per Del Sette aver esposto "le opere con l'indicazione del loro valore e con l'indicazione delle modalità con cui sono state sottratte e recuperate e del luogo cui sono destinate, rende onore al lavoro spesso oscuro di questi nostri carabinieri".

La mostra, infatti, si avvale della collaborazione, oltre che del Mibact, anche dell'Università di Roma Tre. Per il direttore generale dei Musei, Ugo Soragni, si tratta di "una mostra non convenzionale che richiama l'attenzione sulla gravità dei furti arrecati al nostro patrimonio". Furti che "privano la comunità scientifica della possibilità di interrogare e studiare i reperti".

A far parte della mostra, anche 430 beni nuragici recuperati in Svizzera e 5 sculture lignee recuperate a Torino. Una parete, sulla quale per ora sono state affisse delle fotografie, infine, attende il ritorno delle opere rubate a Verona, nel museo di Castelvecchio.

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