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Terremoto: l'appello, salviamo la chiesa del popolo di Capodacqua

30 agosto 2016 | 17.12
LETTURA: 4 minuti

La chiesetta della Madonna del Sole di Capodacqua prima del terremoto (foto da Wikipedia)
La chiesetta della Madonna del Sole di Capodacqua prima del terremoto (foto da Wikipedia)

A Capodacqua, frazione del comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, c'è una vera e propria chiesa del popolo, una cappella cinquecentesca dedicata alla Madonna del Sole che, di fatto, appartiene al piccolo popolo di Capodacqua, una settantina di abitanti. I capodacquari, questo il loro nome corretto, si sono autotassati ben due volte per restaurarla ma adesso, alle prese con un terremoto che ha distrutto le loro case, chiedono l'aiuto delle istituzioni per salvarla.

Il piccolo edificio cinquecentesco, considerato opera dell'artista Cola d'Amatrice e affrescato anche con il suo contributo, è rimasto in piedi miracolosamente, ma è gravemente ferito dal sisma. "Ogni famiglia di Capodacqua aveva adottato un affresco finanziandone il restauro", spiega all'Adnkronos Fabrizio Fortuna, la cui famiglia nel sisma ha perso due case, restauro iniziato poche settimane prima del terremoto.

"La somma totale messa a disposizione dagli abitanti del paesino per il restauro della chiesetta è di 48mila euro - aggiunge Fortuna - e avrebbe dovuto coprire, oltre al ripristino degli affreschi, anche uno scavo intorno all'edificio per eliminare l'umidità che minacciava i dipinti, la sistemazione del campanile, della sagrestia, dell'impianto elettrico e del riscaldamento".

La chiesetta della Madonna del Sole, patrona di Capodacqua, era stata restaurata circa 35 anni fa, "sempre con il sistema dell'autotassazione dei capodacquari - racconta ancora Fortuna - un popolo che non ha mai aspettato gli interventi dall'alto ma che si è sempre rimboccato le maniche. C'è un famoso detto a Capodacqua che afferma: 'lu lupe, la palomba e lu capodacquare so tre bestie che nen ssa ddomestica' (il lupo, la colomba e il capodacquaro sono tre bestie che non si addomesticano', ndr). Adesso però chiediamo che le autorità intervengano per salvare quello che ormai è un simbolo del nostro paese".

Il cantiere per i restauri è partito circa un mese fa, curato dalla restauratrice Daniela Mari. "La chiesa, da antichi documenti, risulta costruita su un disegno di Cola d'Amatrice - racconta Mari - è a pianta ottagonale ed è l'ultima delle sue opere, l'artista infatti aveva circa settant'anni. Dal 24 agosto scorso però la situazione dell'edificio è peggiorata perché ci sono state diverse scosse a Capodacqua che hanno aperto nelle pareti crepe molto profonde. Non intervenire sarebbe un peccato perché - sottolinea la restauratrice - le opere sono tutte di ottima qualità pittorica, realizzate nella seconda metà del 500, tranne il dipinto sull'altare che è del 1523. E' strano trovare affreschi di simile qualità in un paesino così piccolo. E' uno di quei tanti gioielli che l'Italia custodisce".

Le istituzioni preposte, in realtà, sono già al lavoro e, come racconta Pierluigi Moriconi, della soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio delle Marche, "cinque mesi fa avevo autorizzato il restauro autofinanziato della chiesetta. Purtroppo il terremoto ha fermato tutto e proprio stamattina sono tornato nell'edificio, trovando la situazione peggiorata: le pareti esterne si sono mosse, la volta interna è tutta lesionata e purtroppo anche gli affreschi hanno subito qualche danno".

"La struttura non stava messa male, anzi - sottolinea il tecnico della soprintendenza - ma in questa zona ci sono stati tre tipi di terremoto, sussultorio, ondulatorio e circolatorio, che hanno messo a dura prova le pareti. La chiesa inoltre è nella zona rossa di Capodacqua e i Vigili del Fuoco, per questioni di sicurezza generale, non consentono interventi sull'edificio come ad esempio un'imbracatura. Possiamo solo sperare che non ci siano altre scosse e che rimanga su, perché è proprio messa male", conclude Moriconi.

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