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Arte

L'artista Ramon Llinas I Vila: "Ciò che è rotto è bello"

29 ottobre 2016 | 15.29
LETTURA: 5 minuti

Roma, 21 ottobre 2016. Spazio Mastai presso il Palazzo dell'Informazione Adnkronos. L'artista Ramon LLinas I Vila con le sue opere. (Foto AdnKronos)
Roma, 21 ottobre 2016. Spazio Mastai presso il Palazzo dell'Informazione Adnkronos. L'artista Ramon LLinas I Vila con le sue opere. (Foto AdnKronos)

Oli e acrilici, sculture in argilla, disegni su carta e collage incollati come objets trouvés rispondono all'immaginario di Ramon Llinás I Vila radicato nell'amore, e al desiderio di pace sociale, avversione alla guerra, libertà, giustizia, uguaglianza e accoglienza. L'artista attinge al suo background di fashion, interior e industrial designer, portando sulla tela ampi spazi monocromi, pattern dai colori brillanti e calligrafia orientale. L'artista catalano - in questa sua prima personale in Italia all’AdnKronos Museum - presenta 50 opere nella mostra dal titolo “Ramon a Roma, sintesi di Riflessi sociali”.

''E' necessario fare una riflessione sull'Europa - spiega Ramon LLinas I Vila - Io sono paneuropeista continentale convinto, ma non è possibile vivere per dieci anni con questa tensione sociale e politica. Dobbiamo trovare un nuovo equilibrio. Uso il linguaggio nelle mie opere perché credo che noi europei siamo un po' chiusi, dovremo imparare ad aprire la nostra mente. L'Europa è un vecchio continente che ha sofferto molto la guerra e ancora non abbiamo imparato a vivere senza tensioni. E ora dobbiamo imparare a farlo''.

L'artista spagnolo, poi, affronta il tema dei migranti: ''Non possiamo chiudere la porta dell'Europa. Certo ci vuole un equilibrio. E l'ho rappresentato nelle mie opere con le porte del mare''. ''Io sono un artista autodidatta e amo riciclare oggetti e non si tratta solo di un problema ecologico -spiega- ma perché amo le cose che hanno una storia. Ho iniziato a dipingere molto giovane e Keith Haring mi incoraggiò a proseguire''.

Le opere di LLinas I Vila saranno visibili all'Adnkronos Museum - progetto nato nell’ambito delle attività di Adnkronos Culturalia per mettere a disposizione di artisti, galleristi, musei, fondazioni e curatori uno spazio espositivo pensato per valorizzare al massimo le produzioni artistiche - dal 22 ottobre all'11 novembre dalle 16 alle 20.

Ramon Llinás I Vila cerca di collegare la miscela di ricordi, sogni ed esperienze interculturali con l'intuizione, allo scopo di risolvere i propri conflitti di identità e la propria angoscia verso un mondo ostile di simulazioni controllate. Quindi, parole come verità, giustizia, cultura, crescita, uguaglianza, denaro e avidità diventano parte integrante di dipinti e installazioni.

Le figure senza volto, rappresentate in molte tele, divengono strutture aperte, in attesa delle reminiscenze dello spettatore, che le può unire con parti del passato personale dell'artista in un più potente insieme.

L'uso di materiali grezzi reca presenza ed energia organica alle opere, che trascendono i confini culturali e sciolgono nozioni preconcette di identità, in quello che Fredric Jameson ha definito "l'inconscio politico" quando si parla di cultura alta e di cultura di massa.

In questo senso, l'arte di Llinàs I Vila infrange dall'alto e dal basso, favorendo l'estetica kitsch e connotando di sensibilità i suoi soggetti. Non è una visione distaccata del mondo, ma una lettura attenta del deterioramento dei legami umani, che a sua volta aumenta l'isolamento e aggiunge valore sentimentale al nostro armamentario di oggetti, ricordi e sogni infranti.

Afferrando un volto sorridente, una ciotola di semi, o le rovine di se stesso, le rappresentazioni dell'artista rispecchiano la bellezza di ciò che è rotto, vale a dire l'essenza di ciò che è stato perso, represso o negato da una società sempre più turbata, violenta e frammentata. Per controbilanciare tale futuro tetro Ramon Llinàs I Vila ha una visione giocosa e ludica del mondo, rivalutando allo stesso tempo il ruolo del creatore nella costruzione di un più articolato universo, giusto e soddisfacente.

Allo stesso modo, il suo ponderato senso del ritmo e del movimento sviluppato in suoi precedenti impegni professionali, e la sua rivisitazione di luoghi, persone, clienti, aziende e paesi conosciuti mentre lavorava nel periodo tra il 1980 e il 1990, abbracciano, in un atmosfera sofisticata, le opere prodotte in questa nuova sfida della sua forza creativa.Affrontando la scissione della vita di oggi a causa del pregiudizio e della saturazione tecnologica, Llinàs I Vila intreccia abilmente i resti della nostra civiltà postindustriale in un nuovo tessuto che è spiritualmente riparatorio e politicamente radicale.

Ironia, umorismo e sovversione sono le forme scelte dell'artista nella sua ricerca per denunciare ciò che è sbagliato nei nostri paesi. Testimoni di queste inquietudini sono anche gli organi sessuali di grandi dimensioni e gli arti, ritratti in acrilici e sculture, che testimoniano il suo desiderio di fecondare e abbracciare l'altro in un periodo di riproduzione digitale in cui manca il tocco umano.

"Vorrei che sembrasse che un essere umano sia passato tra i miei quadri, come una lumaca, lasciando una scia di presenza umana e di memoria di eventi passati, come la lumaca lascia la sua traccia" ha detto Francis Bacon oltre mezzo secolo fa. Essendo l'arte uno dei pochi mezzi rituali che ci sono rimasti oggi, è stimolante percepire come le opere di Ramon Llinàs I Vila richiamino un tempo in cui vivere e sognare lasciavano un'impressione fisica nella carne invece di virtuale. E questo è di per sé un risultato importante in questi tempi di memoria perduta e di degrado.

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