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Musei: torna agli Uffizi dopo il restauro la Resurrezione di Lazzaro di Froment

06 marzo 2017 | 14.48
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La Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment
La Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment

Agli Uffizi, nella Sala del Camino, dal 7 marzo si presenta al pubblico, dopo il restauro realizzato grazie al contributo dei Friends of Uffizi Gallery/Amici degli Uffizi, la Resurrezione di Lazzaro, il dipinto del pittore francese Nicolas Froment (c. 1430 – 1486), firmato e datato 1461. Si tratta di una delle opere più considerevoli della collezione di pittura straniera delle Gallerie degli Uffizi del XV secolo, oltre che di un'importante testimonianza dell’interesse della committenza italiana per la pittura del nord Europa.

Il trittico illustra la storia di Lazzaro e delle sue sorelle Marta e Maria: nell'anta sinistra, Marta va incontro a Gesù per informarlo della morte del fratello; al centro, Gesù resuscita Lazzaro fra la commozione di Marta, Maria e degli apostoli; nell'anta destra la narrazione si conclude con la Cena in casa del fariseo, dove Maria onora il Salvatore ungendogli i piedi. Sul verso delle ante, il committente del dipinto Francesco Coppini, accompagnato da altri due personaggi non identificati, è effigiato, a destra, mentre ptega davanti alla Vergine con il Bambino, raffigurata sull’nata sinistra. In basso, un’iscrizione reca la firma di Nicolas Froment e la data 1461. L'opera è pervenuta alle Gallerie fiorentine dal convento francescano di Bosco ai Frati in Mugello in seguito alle soppressioni degli istituti religiosi di epoca napoleonica.

Fu dipinta da Nicolas Froment, maestro originario della Piccardia del quale rimangono oggi pochissime opere e conosciuto soprattutto per l’attività che almeno dal 1465 svolse in Provenza, dove lavorò anche per il sovrano Renato d’Angiò. Il trittico con la Resurrezione di Lazzaro, l’opera più antica oggi nota di Froment, fu eseguito per un prelato originario di Prato, Francesco Coppini, che dal 1459 al 1462 visse fra Fiandre, Inghilterra e Francia svolgendo incarichi per conto di papa Pio II. Il veristico ritratto presente sul verso dell'anta destra del trittico ci restituisce l’aspetto di questo intraprendente, colto e ambizioso prelato.

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