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Il genio di Kandinskij dal 15 marzo al 9 luglio al Mudec di Milano

14 marzo 2017 | 19.29
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Il cavaliere (San Giorgio) 1914-1915 di Vasilij Kandinskij (Mosca, Galleria Tret’jakov)
Il cavaliere (San Giorgio) 1914-1915 di Vasilij Kandinskij (Mosca, Galleria Tret’jakov)

Vasilij Kandinskij arriva in Italia da domani e si ferma al Mudec – Museo delle Culture di Milano, con una mostra assolutamente inedita, ricca di 49 sue opere che raccontano il 'periodo del genio' dell’artista russo che porta alla svolta completa verso l’astrazione, e di 85 tra icone, stampe popolari ed esempi di arte decorativa. Le opere, alcune delle quali mai viste prima in Italia, provengono dai più importanti musei russi, come l’Ermitage di San Pietroburgo, la Galleria Tret’jakov, il Museo di Belle Arti A.S. Puškin e il Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca.

La mostra rivela il periodo della formazione dell’immaginario visivo dell’artista, profondamente radicato nella tradizione russa, e il suo percorso di svolta ormai già compiuta verso l’astrazione, dall’ultimo Ottocento fino al 1921, quando si trasferì in Germania per non fare più ritorno in madrepatria. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 Ore Cultura – Gruppo 24 ORE, che ne è anche il produttore, e curata da Silvia Burini, professoressa di Storia dell’Arte Russa e direttrice del Centro Studi Sulle arti della Russia CSAR Università Ca’ Foscari Venezia, e Ada Masoero, critico d’arte e giornalista, la mostra accompagnerà i visitatori in un viaggio immaginario nella Russia dell’artista fino al 9 luglio prossimo.

"Il linguaggio artistico di Kandinskij si forma nella tradizione culturale russa, così come mette in luce con grande profondità questa mostra nelle suggestioni, nei modelli, nell’uso dei colori che l'artista apprende ed elabora - afferma l'assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno - La nuova concezione della rappresentazione del reale così formata nella poetica di Kandinskij ne condiziona fortemente tutti gli sviluppi artistici successivi, segnando un autentico punto di non ritorno".

"Investire su una realtà museale come quella del Mudec, che si distingue per l’interculturalità e l’interdisciplinarietà, è una sfida che siamo orgogliosi di avere raccolto come realtà privata - afferma l’ad del Gruppo 24 Ore, Franco Moscetti - La conferma a proseguire in questo impegno ci arriva sia dalla grande affluenza di pubblico, che registra oltre 800 mila presenze da marzo 2015 a oggi, sia dall’autorevolezza raggiunta a livello internazionale da 24 Ore Cultura che inaugura la stagione 2017 del Mudec con le mostre 'Kandinskij' e 'Dinosauri' in collaborazione con importanti istituzioni russe e argentine".

L’esposizione, che cade nell’anno del centenario della Rivoluzione russa e a ridosso delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della nascita dell’artista, è un progetto 'site-specific', legato alla vocazione del Mudec: è, infatti, fondato sul rapporto tra arte ed etnografia e sulla metafora del viaggio come avventura cognitiva. Tutti aspetti sperimentati dal fondatore dell’astrattismo, che rivoluzionò buona parte della successiva ricerca espressiva nel mondo, e che ha sempre mostrato interesse per un approccio scientifico alla realtà e per le esplorazioni.

Kandinskij amava ripetere: “Per anni ho cercato di ottenere che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri: volevo costringerli a dimenticarsi, a sparire addirittura lì dentro”. Dipinti, acquerelli, disegni e incisioni di Kandinskij, antiche icone, stampe, tessuti e oggetti di arte applicata consentiranno allo spettatore – che avrà a disposizione, lungo il percorso, anche installazioni multimediali integrate, ideate e curate da Giuseppe Barbieri, professore di Storia dell'arte moderna all'Università Ca' Foscari Venezia - di comprendere l’origine e lo sviluppo del codice simbolico dell’artista, in un viaggio affascinante e totalmente 'immersivo' tra le sue fonti visive russe (la mostra ospita anche quattro icone, 15 stampe popolari e una sessantina di oggetti d’arte decorativa) cui l’artista attinse costantemente.

Il viaggio, cifra riassuntiva dell’esistenza stessa dell’artista, diventa, dunque, anche la cifra del percorso espositivo: un pellegrinaggio attraverso la Russia, le sue immagini, le sue atmosfere, laboratorio mentale dell’artista, ma anche un itinerario verso l’astrazione e, di conseguenza, un viaggio nelle 'vibrazioni dell’anima' di Kandinskij, uomo di intensa e profonda spiritualità.

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