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Cultura

Facoltà e Soprintendenze, allo studio stage ad hoc

13 luglio 2017 | 12.29
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Unire le Soprintendenze alle facoltà che si occupano di beni culturali per dare luogo a un virtuoso scambio di competenze sul modello dei Policlinici universitari. E' l'obiettivo emerso ieri dalla riunione congiunta del Consiglio dei beni culturali del Mibact e del Consiglio Universitario Nazionale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

"Abbiamo deciso di fare un passo importante - ha spiegato il ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini ieri a Roma alla presentazione del volume 'Beni di interesse culturale. Problematiche e prospettive', curato da Roberto Dante Cogliandro - la creazione di un legame tra i corsi universitari in materia dei beni culturali e le Soprintendenze, immaginando di creare un modello come quello dei Policlinici universitari dove sono unite le competenze degli ospedali e delle facoltà di medicina".

"Uniamo le Soprintendenze alle decine di università che si occupano dei beni culturali - ha spiegato Franceschini- in un esperimento che farà sì che le Soprintendenze diventino anche luogo di sperimentazione e di preparazione per i giovani che studiano in questo campo".

Al termine della riunione congiunta di ieri del Consiglio Superiore dei beni culturali e del Miur, Franceschini ha parlato di "un’occasione storica che segna un salto di qualità nei rapporti tra le due amministrazioni che potranno in modo stabile individuare dei settori di collaborazione permanente, sistematica e strutturale legati a prospettive strategiche nei propri ambiti di competenza".

"Si potrà elaborare un modello e partire con una sperimentazione di nuove formule - ha proseguito - e dar vita a luoghi di reale cooperazione e di forte integrazione tra formazione, ricerca, tutela e valorizzazione con i cosiddetti 'policlinici del patrimonio culturale' ovvero Centri interdisciplinari del Patrimonio Culturale”.

Per la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli l’istituzione del gruppo di lavoro "darà un ruolo più incisivo e sistematico a quella connessione originaria tra mondo della ricerca e della formazione e mondo della tutela e valorizzazione del patrimonio". "La collaborazione tra docenti, ricercatori, tecnici, funzionari, la condivisione di laboratori, biblioteche, strumentazioni, l’integrazione di competenze e di professionalità - ha concluso - garantiranno risultati positivi nella ricerca, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale”.

Tra i temi trattati nel corso della riunione: l’impegno comune nelle strategie di educazione al Patrimonio culturale; l’elaborazione di progetti congiunti di ricerca nazionali ed europei; il ruolo delle biblioteche e dei musei universitari; la situazione dei corsi di laurea in restauro; le questioni legate all’accesso ai dati e alla promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica (in particolare nel campo dell’archeologia); il passaggio ad accordi convenzionali pluriennali, alle scuole di specializzazione, master e dottorati; l’elaborazione di progetti di ricerca congiunti: dagli scambi, agli stage, alla cooperazione tra le biblioteche e nel campo della promozione della lettura, dall’internazionalizzazione all’innovazione tecnologica e ai risvolti di tali attività in campo occupazionale.

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