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Mostre: Faenza celebra Achille Calzi con 'Tra Simbolismo e Liberty'

27 ottobre 2017 | 10.08
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Achille Calzi: Bagnante (1907), disegno preparatorio per pannello ceramico, Collezione privata
Achille Calzi: Bagnante (1907), disegno preparatorio per pannello ceramico, Collezione privata

Una personalità poliedrica e ricettiva, figura di rilievo per la vita cultura di Faenza e per la corrente Liberty italiana, oltre che artista attivo nella produzione e nell'innovazione della ceramica applicata all’architettura e dell’industria ceramica in Italia. Al grande artista Achille Calzi, il Mic, museo Internazionale delle ceramiche di Faenza, dedica la mostra 'Tra Simbolismo e Liberty: Achille Calzi' che si svolgerà dal 5 novembre al 18 febbraio. L’esposizione, curata da Ilaria Piazza, rappresenta il punto di arrivo di un importante lavoro antologico, mai prima condotto, su un artista cardine della storia culturale e della produzione simbolista e liberty del nostro paese. Discendente da generazioni di artisti e maiolicari, Calzi fu pittore, disegnatore, direttore della Pinacoteca, del Museo Civico e della Scuola di Disegno e Plastica di Faenza, storico dell’arte e docente, collaborò con la manifattura faentina Fratelli Minardi nel 1903 e fu direttore per le fabbriche 'Riunite Ceramiche' dove progettò, oltre a ceramiche d’uso, anche ceramiche per l’architettura, camini da salotto, piastrelle per esterni divenuti simbolo di un cambiamento linguistico e artigianale.

"Calzi incarna la moderna figura dell’artista progettista, facendosi interprete del principio modernista dell’arte in tutto, attraverso le numerose collaborazioni con le principali manifatture faentine attive nei settori della ceramica, dell’ebanisteria e dei ferri battuti e nell’impegno profuso nel campo della grafica. A questo si aggiunge la multiforme ricerca nelle arti figurative, dalla decorazione al 'bianco e nero', dalla pittura da cavalletto alla caricatura, dove recepisce alcune delle più avanzate tendenze artistiche nazionali e internazionali. Se da un lato le visioni macabre, intrise di suggestioni misteriosofiche ed esoteriche, segnano l'adesione al Simbolismo, dall'altro il suo linguaggio pittorico accoglie sperimentazioni d’impronta divisionista", ha spiegato la curatrice.

"La mostra è la prima di un percorso che il Mic ha intrapreso per attribuire il giusto riconoscimento a livello nazionale, a maestri faentini come Giovanni Guerrini, Pietro Melandri, Anselmo Bucci, Domenico Rambelli. Questa scelta curatoriale è stata evidenziata già quest’anno con la mostra dedicata al Déco che ha giustamente messo in luce protagonisti faentini di respiro europeo - ha detto la direttrice del MIC, Claudia Casali - Faenza ha infatti espresso, soprattutto nella prima metà del XX secolo, una vivacità culturale ed artistica degna di attenzione; ha saputo elaborare scelte artistiche in linea con i maggiori centri d’avanguardia europei, grazie alla presenza di un attivo Museo e di una Scuola d’Arte, unici al mondo, ma anche ad una tradizione artistica consolidata". La mostra sarà corredata da una pubblicazione che vuole essere, allo stesso tempo, catalogo e guida ragionata all’opera di Calzi.

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