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Svelò i segreti di Ubs, parla il 'banchiere di Lucifero'

13 marzo 2018 | 15.57
LETTURA: 3 minuti

L'ex manager di Ubs, Bradley C. Birkenfeld
L'ex manager di Ubs, Bradley C. Birkenfeld

di Vittoria Vimercati

“I banchieri svizzeri non parlano. Se lo fanno, finiscono in una fredda prigione di pietra per molto, molto tempo, finché tutti i loro clienti sono morti”. Bradley C. Birkenfeld, 53 anni, è uno di quelli che ha parlato. Atterrato in Italia per presentare il suo romanzo autobiografico, Il banchiere di Lucifero, ora in libreria con Rai Eri, farà tappa a Milano, Firenze e Roma. Americano, esperto di aziende offshore, Birkenfeld impara a conoscere gli eccessi del mondo bancario pre-crisi lavorando da Ubs dove, tra aperitivi a base di champagne, cubani e Ferrari comprate in contanti, aiuta facoltosi clienti americani a evadere le tasse. "Troppi soldi, troppi soldi danno alla testa, anche i banchieri ci cascano".

Nel 2006, decide di rivelare tutto delle diaboliche pratiche elvetiche e si fa due anni e mezzo di carcere negli Stati Uniti. “Sono stato un capro espiatorio”, ammette nel libro. Dopo la prigione, il più grande whistleblower della storia riceve un premio dall’Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti da 104 milioni di dollari per aver distrutto i pilastri del segreto bancario svizzero. “La mia è una storia epica, ha trasformato un’industria da trilioni di dollari e i cittadini devono conoscerla”, spiega in un’intervista all’Adnkronos.

Birkenfeld, dieci anni dopo lo scandalo, vive a Malta, aiuta i whistleblower ad avere leggi che li possano proteggere e ha ancora molto da raccontare. Nonostante i passi avanti raggiunti nello scambio di informazioni tra Paesi, “c’è ancora un approccio ipocrita sulla materia, soprattutto da parte degli Stati Uniti, che sono la più grande fabbrica d’evasione fiscale: pretende le informazioni ma non le condivide con il resto del mondo”. Con la Svizzera, nonostante la fine del segreto bancario, l’Unione europea “dovrebbe essere più pressante, visto che oggi non tratta tutti i Paesi che le chiedono informazioni allo stesso modo”.

Le tasse non sono certo la passione dell’ex manager di Ubs: “Andrebbero quasi tutte eliminate, non hanno senso”. A partire dalla wealth tax, la famigerata patrimoniale. “Qui avete già un’Iva e una tassa sul reddito molto alta. Perché mettere altre tasse sul patrimonio quando sarebbe meglio avere più soldi in tasca da spendere o da reinvestire?”. I condoni fiscali, poi, non dovrebbero essere un tabù. “Se fatti in modo appropriato, possono servire: noi ne abbiamo fatti tre e hanno riportato dieci miliardi di dollari ai cittadini americani e in centomila si sono messi in regola. Che male c’è?”.

Nel romanzo, i banchieri svizzeri sono paragonati ai gangster e i meccanismi per evadere il fisco al racket. "Deve essere chiaro che la storia racconta pratiche diffuse, un tempo, ovunque, non solo in Svizzera, anche se in questa piccola isola il fenomeno era consolidato e protetto dalla Costituzione". Negli Stati Uniti, secondo Birkenfeld, l’evasione non si fa più con le banche ma con "il real estate". Ci sono “montagne di soldi riciclati e investiti nell’immobiliare, da Miami a New York, che sfuggono al fisco”.

Il presidente Donald Trump "sta cercando di dire alle aziende: riportate i soldi a casa, ma ha ereditato una situazione che sarebbe ardua da risolvere per chiunque". La sua storia personale di espiazione diventerà il soggetto di una serie tv. “Mi piacerebbe molto, ci stiamo lavorando con alcuni produttori e registi. E’ importante che quante più persone abbiano queste informazioni, conoscano questa storia, che è la storia di chi ha scelto la cosa giusta da fare".

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