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Mostre: da Velazquez a de Pablos Cerezo, il Pantheon di Gonzalo Orquín

22 giugno 2018 | 17.36
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Gonzalo Orquín: Maria de Pablos Cerezo
Gonzalo Orquín: Maria de Pablos Cerezo

Maria de Pablos Cerezo è stata una pioniera della direzione d'orchestra. Ha studiato a Roma e a Parigi con Paul Dukas, ha composto un poema sinfonico, un quartetto d'archi e altra musica e, cosa inaudita per una donna all'epoca, a cavallo fra gli anni '20 e '30, frequentava i podii delle orchestre spagnole dirigendo musiche di De Falla e non solo. Per il suo legame con Roma ha scelto di ricordarla un suo connazionale, il pittore Gonzalo Orquín, nella mostra 'Próximo destino: Roma', che aprirà i battenti mercoledì prossimo nella Sala Dalì dell'Istituto Cervantes di Roma, alla presenza dell'ambasciatore spagnolo in Italia, Jesús Gracia Aldaz.

L'esposizione, commissionata all'artista spagnolo (Siviglia, 1982) dall'Istituto Cervantes di Roma, riflette sul passato citando il presente e raccoglie circa venti dipinti che evocano, in chiave contemporanea, la presenza di alcuni artisti spagnoli a Roma. Maria de Pablos Cerezo è una di loro. Scomparsa nel 1990 a 85 anni in un sanatorio psichiatrico di Madrid, è stata la prima donna in assoluto a ottenere, nel 1927, una borsa di studi con relativo soggiorno presso l’Accademia del Gianicolo. Orquín, colpito dalla vicende biografiche della musicista, la inserisce nel suo personale Pantheon di artisti spagnoli, accanto a Gregorio Prieto, pittore e fotografo, omosessuale, anche lui come la de Pablos Cerez associato alla Generazione del 27. Ma soprattutto accanto ai maestri più noti della Spagna che ebbero contatti con Roma, come Velázquez, Ribera, Goya, Picasso e altri, forse meno noti, ma che in passato ebbero una certa importanza, quali Eduardo Rosales o Mariano Salvador Maella.

'Próximo destino: Roma', realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia (aperta fino al 14 luglio prossimo) è una mostra in cui, in un gioco concettuale tra il rebus e l’enigma, e grazie alla potenza di una pittura classica, atemporale, figurativa, Orquín ha dato vita a un insieme di opere che rendono omaggio, senza emulazione di stile né diretta mimesi, ai maestri figurativi spagnoli. Maria de Pablos Cerezo appare quindi un unicum in quanto musicista. In occasione della mostra è stato realizzato un catalogo con testi di Gianni Papi e Cesare Biasini Selvaggi e con un’introduzione di Jesús Manuel Gracia Aldaz, Ambasciatore di Spagna in Italia.

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