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Gasparri rinviato a giudizio per peculato Il senatore di Fi: "Sorpreso ma sereno"

16 aprile 2014 | 15.14
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Gasparri rinviato a giudizio per peculato  Il senatore di Fi:

Roma, 16 apr. (Adnkronos/Ign) - Rinvio a giudizio con l'accusa di peculato per il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Al centro della vicenda il prelievo di somme provenienti dal fondo del Pdl al Senato. Lo ha deciso il gup di Roma Cinzia Parasporo.

L'ACCUSA - L'accusa di peculato per la quale il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Alberto Pioletti avevano sollecitato il rinvio a giudizio di Gasparri è conseguente al fatto che "quale senatore della Repubblica e presidente del gruppo parlamentare Pdl, avendo sul suo conto corrente presso la Bnl del Senato a lui intestato quale presidente e di conseguenza pubblico ufficiale della Repubblica la disponibilità di somme di denaro provenienti dal bilancio del Senato a titolo di contributo e funzionamento dell'ufficio di presidenza, si era appropriato di 600mila euro".

LA POLIZZA - La somma era stata poi utilizzata "in data 22 marzo 2012 per l'acquisto, con versamento del relativo 'premio unico spot' di una polizza Bnl private selection Pmu0154856 a lui intestata. Tale polizza aveva come durata 'la sua intera vita' e i cui beneficiari, in caso di morte, erano i suoi legittimi eredi".

IL LEGALE - Ad assistere Gasparri l'avvocato Giuseppe Valentino il quale, commentando la decisione del gup, ha detto: "Siamo sorpresi perché con i documenti e le memorie prodotte pensavamo si fosse chiarito questo equivoco che nasce da un'azzardata dichiarazione della banca che avrebbe dovuto interloquire al suo interno in modo più puntuale e sentire i funzionari che avevano proposto un investimento per cogliere appieno l'insussistenza di qualsiasi tipo di illiceità". Il processo si farà il primo ottobre prossimo davanti ai giudici della decima sezione penale.

"SORPRESA E AMAREZZA" - In una nota, il senatore fa sapere di apprendere "con sorpresa e amarezza che è stato disposto il mio rinvio a giudizio. Ritenevo che l'evidenza dei fatti imponesse una decisione diversa. Così non è stato''. Ma si dice convinto che "il dibattimento pubblico consentirà una conoscenza puntuale della vicenda e si comprenderà che non ho mai sottoscritto una polizza vita" e "sono assolutamente sereno perché forte della verità dei fatti''.

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