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Omicidio Garlasco, appello bis per Stasi. Il suo legale: come se fosse in un tritacarne

09 aprile 2014 | 19.55
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Omicidio Garlasco, appello bis per Stasi. Il suo legale: come se fosse in un tritacarne

Milano, 9 apr. - (Adnkronos/Ign) - Nuovo processo d'appello per Alberto Stasi, a quasi sette anni dal delitto di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il 30enne, unico imputato dell'omicidio della fidanzata è entrato nell'aula al primo piano del Palazzo di Giustizia di Milano molto presto per evitare giornalisti e fotografi. A pochi passi da lui mamma Rita e papà Poggi che dal giorno del delitto chiedono la verità per la morte della figlia 26enne.

Assolto in primo e secondo grado, i giudici della Cassazione hanno imposto ad Alberto Stasi un nuovo processo perchè "non c'è stato un approccio coerente alla prova indiziaria". A celebrare l'udienza i giudici della prima sezione della Corte d'Assise d'Appello di Milano.

"E' sempre un'emozione rientrare nell'aula di un tribunale. Ho speranza e fiducia nella giustizia per Chiara, la decisione della Cassazione ci ha dato fiducia", ha detto Rita Poggi.

L'umore di Alberto Stasi, dice Fabio Giarda, uno dei suoi legali, è quello di chi è "come in un tritacarne", al quarto processo che "lo segna da sette anni". Il giovane si è tenuto ben lontano dai giornalisti e ha preso appunti per l'intera udienza, che si celebra a porte chiuse e con rito abbreviato. Secondo il suo legale "non farà dichiarazioni spontanee".

L'udienza è stata rinviata al prossimo 16 aprile. La difesa dovrà concludere la sua esposizione per chiedere che le perizie chieste da accusa e parte civile non vengano ammesse. "Gli accertamenti sono già stati fatti -spiega il legale della difesa Fabio Giarda- e qualunque nuova analisi non ci porterà a risultati certi".

Il collegio dei legali di Alberto ha chiesto tempo per analizzare i documenti relativi all'ex maresciallo Francesco Marchetto, tra i primi a occuparsi del caso, ma che avrebbe mentito (la famiglia Poggi ha presentato un esposto per falsa testimonianza) sulla bicicletta nera da donna, forse il mezzo usato dall'assassino per fuggire. La difesa si è anche opposta all'analisi dei gradini della villetta di via Pascoli su cui Alberto scoprì il corpo senza vita di Chiara. "Tutti i periti e i consulenti hanno già evidenziato che non e' possibile ricostruire le macchie sui gradini", aggiunge il giovane Giarda.

In mattinata il pg Laura Barbaini e il difensore di parte civile Gian Luigi Tizzoni avevano chiesto la riapertura del dibattimento su diversi punti. Dall'esame mitocondriale sul capello, trovato nel palmo della mano della vittima, agli accertamenti sul materiale biologico sotto le sue unghie. E ancora: la prova della camminata sul pavimento sporco di sangue della villetta di via Pascoli al sequestro mai eseguito della bicicletta nera, custodita nell'officina del papà di Stasi, morto a dicembre. Oltre alla richiesta, da parte del pg, della perizia sul Pc di Alberto.

Assolto in primo e secondo grado, la Cassazione aveva rispedito gli atti a Milano e ora saranno i giudici della prima corte d'assise di Milano a decidere, nella prossima udienza, se assegnare nuove consulenze nel processo contro Stasi.

Paolo Reale, consulente informatico e cugino di Chiara Poggi, esce dall'aula del tribunale di Milano con la faccia scura. Si dice "allibito"dalla difesa dell'unico imputato che ha definito la parte civile come "accessoria. Io ritengo che la famiglia di una vittima abbia il diritto di far luce sull'omicidio". Pochi minuti dopo l'avvocato di Alberto, Fabio Giarda, spiega che si tratta di una definizione, prevista "dal codice, non è colpa mia se è permaloso".

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