cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 19:55
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Palermo, le diagnosticano cancro ma è sana: ospedale condannato a risarcimento

04 aprile 2014 | 16.13
LETTURA: 3 minuti

Palermo, le diagnosticano cancro ma è sana: ospedale condannato a risarcimento

Le diagnosticano il cancro ma è sana. Adesso l'ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo è stato condannato a pagare 11 mila 160 euro più gli interessi e le spese legali per danno "morale ed esistenziale" alla donna di 58 anni, a cui erano stati dati pochi mesi di vita. Un risarcimento per il tempo trascorso credendo di avere pochi mesi di vita a seguito di una diagnosi sbagliata. A stabilirlo è stato il giudice monocratico della prima sezione civile del Tribunale di Palermo, Enrico Catanzaro.

Il giudice ha stabilito che alla donna vanno corrisposti 600 euro al giorno, individuando in 16 giorni (e non nei tre mesi richiesti) il tempo in cui la signora è stata "pesantemente lesa nella sue legittime aspettative di una vita ancora lunga": cioè dal 19 dicembre 2005, quando i medici di Palermo determinarono in termini di certezza la prognosi, al 3 gennaio 2006, quando i sanitari dell'Istituto europeo oncologico di Milano esclusero alla prima lettura degli esami le lesioni renali. "Ma la brevità del periodo in cui l'errata diagnosi ha sconvolto la vita della donna - ha spiegato il giudice - incide sulla quantificazione del danno, non sulla sua sussistenza".

Una sentenza-pilota sulla malasanità, che riconosce "un danno morale ed esistenziale" e che è stata illustrata oggi all'apertura del VI Seminario sulla tutela dei consumatori promosso dal dipartimento Dems dell'Università di Palermo, dalla Fondazione Rosselli, e dallo studio legale Palmigiano di Palermo. "Si tratta di una delle prime sentenze - ha spiegato Alessandro Palmigiano, senior partner dello studio e coordinatore del Centro di ricerca giuridica del Det della Fondazione Rosselli - che riconosce il danno morale ed esistenziale, anche in assenza di un danno diretto corporale, come nel classico caso della garza dimenticata dal chirurgo durante l'intervento".

"Nel caso specifico, la donna - ha aggiunto - è stata convinta per sedici giorni di essere vicina alla morte a causa di un cancro al rene in fase metastatica, quando si trattava invece di una probabile pleuropolmonite virale senza evidenza, nel liquido pleurico, di alcuna componente di cellule maligne". Il Collegio peritale ha concluso riscontrando un errore di interpretazione da parte dell'anatomopatologo dell'azienda ospedaliera di Palermo, che ha consegnato ai pneumologi una diagnosi citologica falsamente positiva. Anche i radiologi, nella lettura delle radiografie, sono incorsi in errore diagnosticando una neoplasia renale sinistra che poi è stata esclusa dai medici dell'Istituto oncologico europeo di Milano.

Il Collegio peritale ha concluso riscontrando un errore di interpretazione da parte dell'anatomopatologo dell'azienda ospedaliera di Palermo, che ha consegnato ai pneumologi una diagnosi citologica falsamente positiva. Anche i radiologi, nella lettura delle radiografie, sono incorsi in errore diagnosticando una neoplasia renale sinistra che poi è stata esclusa dai medici dell'Istituto oncologico europeo di Milano.

Secondo il giudice "la condotta colposa dei sanitari, e quindi dell'ospedale, è da individuarsi nell'aver dato alla paziente in termini di certezza una diagnosi errata poi totalmente smentita da successive analisi". Un "errore non scusabile, poiché l'eventualità di un falso positivo non è stato nemmeno preso in considerazione". E "con l'errata diagnosi di un tumore maligno renale è stato violato il diritto dell'attrice alla propria serenità e tranquillità familiare".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza