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Roma, chiude il centro di riabilitazione Adm: a rischio cure per 290 bambini

19 aprile 2014 | 16.14
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Roma, chiude il centro di riabilitazione Adm: a rischio cure per 290 bambini

(Adnkronos Salute) - "Un fulmine a ciel sereno per noi e per i nostri bambini". Così Alessia Zonta, mamma di un bimbo di 5 anni e mezzo seguito presso il Centro Adm per i disturbi del linguaggio di Roma in via Pian di Scò, definisce la chiusura improvvisa della struttura, "comunicata via fax il 7 aprile", decisa dalla Asl Rm/A. Il motivo: "L'assenza di alcuni dei requisiti minimi per l'accreditamento" e "del certificato di agibilità dell'immobile", come si legge nel fax inviato dalla Asl e in possesso dell'Adnkronos Salute.

"Risultato? Niente più cure da un giorno all'altro per 290 bambini. Si tratta di uno stop incomprensibile. Il Centro è attivo da anni e gli operatori seguono non solo i nostri figli, ma anche le famiglie con dedizione. Ecco perchè noi genitori, dopo aver incontrato funzionari della Asl e della Regione, lanciamo un appello a Regione Lazio e Asl Rm/A per intervenire e sbloccare questa situazione", dice Zonta. La struttura, specializzata nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, è accreditata provvisoriamente da anni con il Servizio sanitario regionale, e "garantisce 229 terapie giornaliere per 290 utenti, tutti bambini con disturbi del linguaggio o autismo", spiegano gli operatori.

A lasciare perplessi operatori e genitori è la modalità adottata dalla Asl. "Il centro infatti, spiegano gli operatori, si è trasferito in questa sede dal 2006 in un edificio che per problemi della ditta, in seguito fallita, non ha ottenuto l'agibilità. Un problema, anche se l'amministrazione del centro ha fornito alla Asl documenti alternativi con dichiarazioni di stabilità da parte di specialisti, documenti che forse dovranno essere integrati, ma di certo non c'è stato il tempo: ci è stata comunicata direttamente la 'sospensione di attività'", affermano gli operatori.

Dunque il problema sarebbe amministrativo, ma nel frattempo i bimbi sono senza cure. Oltretutto al Centro non sono stati messi i sigilli: tanto che si continuano a fare terapie private. I genitori non ci stanno a essere riassegnati ad altre strutture. "Chiediamo continuità terapeutica per i nostri figli", dicono. E si annuncia una diffida ad Asl e Regione per far riaprire i battenti al centro.

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