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Casale, per garantire sicurezza occorre investire su deposito nazionale

Sogin inaugura deposito temporaneo delle scorie nucleari a Latina

15 aprile 2014 | 14.12
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Sogin inaugura deposito temporaneo delle scorie nucleari a Latina

Una delegazione delle commissioni parlamentari di Camera e Senato ha visitato oggi la centrale nucleare di Latina dove è stato inaugurato il nuovo deposito temporaneo per la conservazione delle scorie radioattive realizzato da Sogin, azienda pubblica, 100% del ministero del Tesoro, che si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari in Italia. Presenti tra gli altri l'amministratre delegato di Sogin, Riccardo Casale e il presidente Giuseppe Zollino; Massimo Mucchetti, presidente della decima commissione permanente del Senato 'Industria Commercio e Turismo' e Aldo Di Biagio, vicepresidente della 13sima commissione 'Ambiente'.

Il deposito, i cui lavori di costruzione sono cominciati nel 2008 e si sono conclusi a marzo di quest'anno, ha una capacità volumentrica di 25.000 metri cubi ed è destinato a contenere esclusivamente i manufatti provenienti dal condizionamento dei fanghi, dei boilers e i residui magnox (splitters). In corso sono i collaudi di accettazione e le opere di competamento delle aree esterne.

"Per garantire la sicurezza, la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini, investire nella prevenzione, completare il decommissioning degli impianti nucleari è necessario realizzare il deposito nazionale", ha detto l'amministratore delegato di Sogin, Riccardo Casale.

"I rifiuti radioattivi in Italia esistono e sono distribuiti in 23 depositi", le scorie provengono per il 60% da impianti nucleari non funzionanti e per il restante 40% (circa 500 metri cubi di rifiuti annui) dalle quotidiane attività di medicina nucleare, ricerca ecc.

"Sono attesi entro un mese i criteri rilasciati dall'Ispra per la mappatura del territorio nazionale e l'identificazione di una decina di siti idonei per il deposito", che si ispirerà molto a quello spagnolo di El Cabril, in Andalusia, ha annunciato Casale ricordando che il valore del decommissioning sta anche nelle opportunità provenienti dalla internazionalizzazione: c'è un mercato estero dello smantellamento di centrali che vale fra i 600 e gli 800 miliardi a cui Sogin intende infatti lavorare per aumentare il giro d'affari, promuovere la competenza italiana all'estero e avere ricadute positive sull'occupazione.

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