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Tifoso ferito, condizioni restano critiche

05 maggio 2014 | 21.12
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Tifoso ferito, condizioni restano critiche

Roma, 5 mag. (Adnkronos/Ign) - Restano ''critiche'', anche se stabili, le condizioni di Ciro Esposito, il tifoso napoletano ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dopo esser stato colpito da un proiettile negli gli scontri avvenuti in occasione della finale di Coppa Italia nei pressi dello stadio Olimpico della Capitale.

Il bollettino medico parla di ''discreto equilibrio delle funzioni vitali'' dopo una notte ''stabile''. ''Non ci sono novità. Servono altri esami perché la tac non era chiara", dice il padre del ragazzo Giovanni Esposito. "Ciro risponde, si agita perché inizia a sentire dolore. Ha fatto segno che voleva bere". E' un ''ragazzo forte - aggiunge lo zio Edoardo - ha stretto la mano al padre e gli ha detto 'quando ce ne andiamo?'".

I PARENTI DEI TIFOSI FERITI - Antonella Leardi, madre di Ciro, lancia un appello: "Io adesso chiedo giustizia e tutela, voglio qualcuno che tuteli mio figlio".

"Ho saputo che mio figlio è piantonato - ha detto - inoltre ci è stato richiesto di non fargli visita. Ma il primario si è opposto dicendo che almeno i genitori dovevano vederlo. Non so per cosa, ma so che mio figlio è indagato. Le condizioni - ha concluso la mamma di Ciro - sono stazionarie, per ora la situazione è ancora molto critica".

"E' talmente palese che noi siamo le vittime, dopo l'appello della mamma di Ciro si sono presentati numerosi avvocati per tutelarlo, anche da Scampia", ha detto Eduardo Esposito, lo zio di Ciro.

"In Italia non esiste la prevenzione - ha aggiunto - questo episodio si poteva prevenire, si poteva prendere questo personaggio e fermarlo prima della partita, visto che ha precedenti specifici".

"Dopo la sparatoria di sabato mio figlio ha un proiettile nel braccio destro, non è ancora stato rimosso. L'ortopedico ha detto che è un po' pericoloso, mentre la mano sinistra è stata perforata da un altro proiettile". Lo ha detto Vincenzo Fioretti, il padre di un altro tifoso del Napoli ferito a colpi di pistola prima della partita e ricoverato al Gemelli di Roma. "Non sta ancora bene - ha aggiunto - al momento e' piantonato, non so se e' in stato di fermo, non credo, noi possiamo avvicinarci normalmente. I medici hanno parlato di una lunga degenza, ci saranno altri interventi chirurgici. Noi siamo preoccupati".

Intanto Daniele De Santis, ultras della Roma accusato di aver provocato il ferimento, è stato dimesso nel pomeriggio di ieri dallo stesso policlinico, dove era stato medicato a una gamba.

L'INDAGINE - Prima informativa della Digos al procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e al pm Antonino Di Maio sugli incidenti accaduti sabato scorso in occasione dell'incontro di calcio Napoli-Fiorentina. I magistrati hanno già chiesto la convalida dell'arresto dei 4 tifosi avvenuto dopo gli scontri nella zona di Tor di Quinto nell'imminenza dell'incontro. Il rapporto della Digos è stato consegnato in tarda mattinata e sulla base della relazione sono stati contestati a Daniele De Santis le accuse di tentativo di omicidio, porto e detenzione di arma abusiva e rissa. Quest'ultimo reato è stato ipotizzato anche per Ciro Esposito, raggiunto alla schiena da un proiettile, e agli altri due napoletani che secondo la ricostruzione degli investigatori erano con lui. Entro mercoledì ci saranno gli interrogatori di garanzia.

Daniele De Santis non era solo ma in compagnia di altre tre persone, secondo gli investigatori. La conferma a questa circostanza e' stata data da un testimone tifoso della squadra partenopea che ha parlato di persone che indossavano caschi integrali di colore nero. Uno spunto poi per avvalorare questa circostanza e' fornito da un video il quale ha ripreso persone che lanciavano fumogeni, bombe carta e petardi sempre all'indirizzo dei tifosi del Napoli. Secondo gli investigatori non ci sono dubbi che a sparare sia stato De Santis ma una risposta definitiva dovra' avvenire dall'esame dello stub che al piu' presto sara' consegnato al magistrato.

SPEZIALE - E dal carcere di Agrigento interviene proprio Antonino Speziale, il giovane ultrà del Catania condannato per l'omicidio dell'ispettore Raciti. ''Continuo a dispiacermi per il dolore dei famigliari dell'ispettore Filippo Raciti ma sono innocente e non smetterò mai di gridarlo al mondo intero'', dice al padre che lo ha visitato in carcere.

PRANDELLI - Secondo il tecnico della Nazionale italiana, Cesare Prandelli, quanto avvenuto nella finale di Coppa Italia "è un problema di tutti noi". "La strada è quella del dialogo, non dell'aut aut, ma gli stadi devono essere un luogo di aggregazione propositiva, non di pseudo-minacce. Nessuno deve essere protagonista, se non il calcio".

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