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Finanziamenti illeciti ai partiti, Polverini e Alemanno indagati

21 febbraio 2014 | 16.34
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Finanziamenti illeciti ai partiti,  Polverini e Alemanno indagati

L'ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini e l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma. L'ipotesi di reato è finanziamento illecito ai partiti.

"Ancora non so nulla. Voglio capire meglio e poi replicherò", dice all'Adnkronos Alemanno in merito all'inchiesta.

Polverini in una nota afferma: ''Ho completa fiducia nella Magistratura e sono sicura che, se c'è una indagine, verrà provata la mia estraneità ai fatti".

Nell'ambito dell'indagine che coinvolge i due politici sono stati mandati agli arresti domiciliari per lo stesso reato Fabio Ulissi, già collaboratore di Alemanno, e Giuseppe Verardi, ex manager della società di consulenze Accenture.

Al centro dell'indagine, che coinvolge altre 7 persone, la disponibilità di 30mila euro che, secondo l'accusa, sarebbero stati accumulati con fatture false emesse dalla società Accenture per un sondaggio, mai realizzato, sulla qualità di servizi scolastici nel periodo delle elezioni regionali del Lazio poi vinte dalla Polverini.

Sempre nello stesso anno, il 2010, secondo quanto accertato dagli investigatori, Accenture aveva vinto una gara d'appalto al Comune di Roma da 10 milioni di euro.

Nel mirino della Procura c'è un'attività di telemarketing commissionata dalla Accenture alla Coesis srl in favore dell'allora candidata alla carica di presidente della Regione Lazio Polverini. Secondo quanto scrive il gip Costantino De Robbio nell'ordinanza l'ex dirigente di Accenture Giuseppe Verardi e un altro dirigente "avevano costantemente mantenuto rapporti epistolari e telefonici con Fabio Ulissi, che agiva per conto dell'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, regista dell'operazione".

Le indagini sono scaturite dalla denuncia presentata in Procura dall'amministratore unico della 'Accenture Spa' Fabio Benasso, che segnalava anomalie nelle richieste di rimborso per le trasferte presentate da un dipendente "tali da indurre a ritenere con verosimile certezza - scrive il gip nell'ordinanza - che le richieste fossero fittizie, perché non corrispondenti ad effettive trasferte effettuate".

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