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Mafia, è il giorno del giudizio per Dell'Utri. Pg Cassazione: ''Confermare i sette anni''

09 maggio 2014 | 20.08
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Mafia, è il giorno del giudizio per Dell'Utri. Pg Cassazione: ''Confermare i sette anni''

Roma, 9 mag. (Adnkronos/Ign) - Deve essere confermata la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell'Utri, piantonato in ospedale a Beirut.

Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Aurelio Galasso, sollecitando, ai giudici della prima sezione penale, il rigetto del ricorso presentato dalla difesa dell'ex senatore di Forza Italia contro la sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 25 marzo 2013. I giudici si sono ritirati in camera di consiglio. Il verdetto è atteso in serata.

PG CASSAZIONE - In pratica, secondo la pubblica accusa di piazza Cavour, è "ampiamente dimostrato" che Dell'Utri dal 1974 al 1992 sia stato il mediatore tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra e che i pagamenti agli esponenti mafiosi siano arrivati puntualmente in quell'arco di tempo.

Il pg Galasso, nella sua ora di requisitoria, sottolinea come la sentenza della Corte d'Appello di Palermo sia "precisa e, a volte, addirittura un po' ridondante nel trattare con la stessa attenzione ed enfasi alcuni aspetti contestati a Dell'Utri anche irrilevanti". Ma proprio per queste ragioni, dice il pg, la sentenza è ampiamente motivata. "Dell'Utri - afferma Galasso - ha tenuto rapporti stretti con esponenti mafiosi dal '74 al '92". Si ricorda che invece è passata in giudicato l'assoluzione nei confronti dell'ex senatore di Forza Italia per le accuse successive al 1992.

Galasso contesta punto per punto i motivi della difesa di Dell'Utri e ricorda che "l'unico dato che conta è che Dell'Utri andò in banca e si presentò con Ciancimino. Questo - rileva - per dire che aveva contatti con esponenti mafiosi".

Il pg della Cassazione bacchetta ancora la difesa sostenendo che per legge non possono essere proposte nuovamente questioni di nullità.

LEGALE DELL'UTRI - Massimo Krogh, uno dei difensori di Dell'Utri, nella sua arringa davanti ai giudici della Cassazione fa riferimento alla trasferta dell'ex senatore di Forza Italia in Libano. E, pur non citando mai Beirut, esordisce: "Dell'Utri è un uomo provato da venti anni di indagini. Non condivido la sua iniziativa ma dopo vent'anni può aver perso la testa e commesso una stupidaggine".

Il legale, riferendosi alla sentenza della Corte d'Appello di Palermo, parla di "condanna ingiusta". Afferma Krogh: "Abbiamo una sentenza che ci propone un paradosso immotivato arrivando a sostenere che Dell'Utri tradì il suo migliore amico per aiutare la mafia. C'è addirittura chi è arrivato a dire che Berlusconi nel processo si sarebbe dovuto costituire parte civile".

La difesa di Dell'Utri chiede l'annullamento dell'Appello bis e, in subordine, punta alla prescrizione che, in base ai calcoli fatti, dovrebbe maturare soltanto a fine luglio.

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