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Mafia, sette anni a Dell'Utri Cassazione conferma la condanna

10 maggio 2014 | 10.08
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Mafia, sette anni a Dell'Utri Cassazione conferma la condanna

E' definitiva la condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell'Utri. La I sezione penale della Cassazione ha infatti respinto il ricorso della difesa dell'ex senatore di Forza Italia contro la sentenza della Corte d'Appello di Palermo del 25 marzo 2013.

La decisione di piazza Cavour è arrivata dopo quattro ore di camera di consiglio. Con questa decisione si chiude una vicenda giudiziaria lunga quasi 20 anni e fatta di oltre tremila pagine di inchiostro.

A questo punto la domanda di estradizione legata alla misura cautelare nei confronti di Dell'Utri, che si trova a Beirut, con una procedura tecnica dovrebbe tramutarsi in istanza per esecuzione della pena.

Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Aurelio Galasso, aveva chiesto la conferma della condanna.

PG CASSAZIONE - In pratica, secondo la pubblica accusa di piazza Cavour, è "ampiamente dimostrato" che Dell'Utri dal 1974 al 1992 sia stato il mediatore tra Silvio Berlusconi e Cosa nostra e che i pagamenti agli esponenti mafiosi siano arrivati puntualmente in quell'arco di tempo.

Il pg Galasso, nella sua ora di requisitoria, ha sottolineato come la sentenza della Corte d'Appello di Palermo sia "precisa e, a volte, addirittura un po' ridondante nel trattare con la stessa attenzione ed enfasi alcuni aspetti contestati a Dell'Utri anche irrilevanti". Ma proprio per queste ragioni, ha detto il pg, la sentenza è ampiamente motivata. "Dell'Utri - ha affermato Galasso - ha tenuto rapporti stretti con esponenti mafiosi dal '74 al '92". Si ricorda che invece è passata in giudicato l'assoluzione nei confronti dell'ex senatore di Forza Italia per le accuse successive al 1992.

Galasso ha contestato punto per punto i motivi della difesa di Dell'Utri e ricorda che "l'unico dato che conta è che Dell'Utri andò in banca e si presentò con Ciancimino. Questo - ha rilevato - per dire che aveva contatti con esponenti mafiosi".

Il pg della Cassazione ha bacchettato ancora la difesa sostenendo che per legge non possono essere proposte nuovamente questioni di nullità.

LEGALE DELL'UTRI - Massimo Krogh, uno dei difensori di Dell'Utri, nella sua arringa davanti ai giudici della Cassazione ha fatto riferimento alla trasferta dell'ex senatore di Forza Italia in Libano. E, pur non citando mai Beirut, ha esordito: "Dell'Utri è un uomo provato da venti anni di indagini. Non condivido la sua iniziativa ma dopo vent'anni può aver perso la testa e commesso una stupidaggine".

Il legale, riferendosi alla sentenza della Corte d'Appello di Palermo, ha parlato di "condanna ingiusta". "Abbiamo una sentenza che ci propone un paradosso immotivato arrivando a sostenere che Dell'Utri tradì il suo migliore amico per aiutare la mafia. C'è addirittura chi è arrivato a dire che Berlusconi nel processo si sarebbe dovuto costituire parte civile".

La difesa di Dell'Utri aveva chiesto l'annullamento dell'Appello bis. In subordine, si puntava alla prescrizione che, in base ai calcoli fatti, sarebbe però maturata solo a fine luglio.

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