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Palermo, la Gdf sequestra una bisca clandestina: sequestri e undici denunciati

20 maggio 2014 | 11.38
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Palermo, la Gdf sequestra una bisca clandestina: sequestri e undici denunciati

La Guardia di Finanza di Bagheria (Palermo) ha scoperto e sequestrato una bisca clandestina e ha denunciato undici persone. I movimenti di persone ad orari insoliti, soprattutto notturni, nelle adiacenze del locale, un tempo adibito a ristorante, ma ormai chiuso da un paio di anni, hanno insospettito i militari delle Fiamme Gialle che hanno avviato specifici servizi di appostamento ed osservazione, rilevando presto che l’immobile era stato concesso dal proprietario in locazione ad un quarantenne originario di Bagheria, con precedenti in materia di scommesse clandestine e gioco d’azzardo: era sempre lui il primo ad arrivare sul posto, generalmente dopo le 22 e ad aprire il portoncino posto sul retro del locale.

Solo dopo l'orario, iniziava il via vai dei clienti, ai quali, comunque, era consentito l’accesso esclusivamente dall’ingresso secondario, sempre chiuso da una saracinesca e con le vetrate coperte da cartoni. La clientela giovane generalmente stazionava all’interno del locale per un’ora o poco più e soltanto i soggetti più maturi vi permanevano molto più tempo, talvolta addirittura fino a 6 ore. All’atto dell’intervento presso il locale, le Fiamme Gialle hanno riscontrato che al suo interno erano stati allestiti due grandi ambienti, entrambi destinati al gioco d’azzardo, ma con diverse finalità. Nella stanza principale, infatti, i Finanzieri hanno identificato 4 persone sedute ad un tavolo da gioco impegnati in una partita di poker, sorprese con le carte in mano mentre sul tavolino erano sistemate varie banconote di diverso taglio per un importo complessivo di Euro 300 e fishes di vari colori. Nella stanza erano posizionati anche altri tavoli da poker.

Nell’altro locale, posizionato posteriormente, ma comunicante con quello principale, i militari hanno identificato altre cinque persone intente ad operare su 20 Personal computer, tutti connessi ad un unico sito internet di poker texano on line, denominato “People’s Poker”. Ognuno di loro stava controllando, contestualmente, 4 apparati informatici, ciascuno dei quali connesso ad uno specifico conto gioco virtuale. Di fatto, ognuno stava gestendo 4 giocatori virtuali ed i relativi conti gioco, dando vita alla cosiddetta “collusion”, termine che, in linguaggio tecnico, indica la pratica, molto nota negli ambienti dei giocatori abituali, attraverso cui due o più persone, che siedono ad un tavolo virtuale di gioco, collaborano insieme per ottenere un vantaggio sugli avversari, convinti di giocare con diversi giocatori ma che in realtà si battono contro un unico soggetto che di fatto conosce le carte in mano di più giocatori virtuali. Su un tavolo adiacente sono stati rinvenuti diversi fogli di carta riportanti varie password e userID, ognuna delle quali consentiva l’accesso ad un profilo virtuale di gioco. (segue)

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