La Guardia di Finanza di Bagheria (Palermo) ha scoperto e sequestrato una bisca clandestina e ha denunciato undici persone. I movimenti di persone ad orari insoliti, soprattutto notturni, nelle adiacenze del locale, un tempo adibito a ristorante, ma ormai chiuso da un paio di anni, hanno insospettito i militari delle Fiamme Gialle che hanno avviato specifici servizi di appostamento ed osservazione, rilevando presto che limmobile era stato concesso dal proprietario in locazione ad un quarantenne originario di Bagheria, con precedenti in materia di scommesse clandestine e gioco dazzardo: era sempre lui il primo ad arrivare sul posto, generalmente dopo le 22 e ad aprire il portoncino posto sul retro del locale.
Solo dopo l'orario, iniziava il via vai dei clienti, ai quali, comunque, era consentito laccesso esclusivamente dallingresso secondario, sempre chiuso da una saracinesca e con le vetrate coperte da cartoni. La clientela giovane generalmente stazionava allinterno del locale per unora o poco più e soltanto i soggetti più maturi vi permanevano molto più tempo, talvolta addirittura fino a 6 ore. Allatto dellintervento presso il locale, le Fiamme Gialle hanno riscontrato che al suo interno erano stati allestiti due grandi ambienti, entrambi destinati al gioco dazzardo, ma con diverse finalità. Nella stanza principale, infatti, i Finanzieri hanno identificato 4 persone sedute ad un tavolo da gioco impegnati in una partita di poker, sorprese con le carte in mano mentre sul tavolino erano sistemate varie banconote di diverso taglio per un importo complessivo di Euro 300 e fishes di vari colori. Nella stanza erano posizionati anche altri tavoli da poker.
Nellaltro locale, posizionato posteriormente, ma comunicante con quello principale, i militari hanno identificato altre cinque persone intente ad operare su 20 Personal computer, tutti connessi ad un unico sito internet di poker texano on line, denominato Peoples Poker. Ognuno di loro stava controllando, contestualmente, 4 apparati informatici, ciascuno dei quali connesso ad uno specifico conto gioco virtuale. Di fatto, ognuno stava gestendo 4 giocatori virtuali ed i relativi conti gioco, dando vita alla cosiddetta collusion, termine che, in linguaggio tecnico, indica la pratica, molto nota negli ambienti dei giocatori abituali, attraverso cui due o più persone, che siedono ad un tavolo virtuale di gioco, collaborano insieme per ottenere un vantaggio sugli avversari, convinti di giocare con diversi giocatori ma che in realtà si battono contro un unico soggetto che di fatto conosce le carte in mano di più giocatori virtuali. Su un tavolo adiacente sono stati rinvenuti diversi fogli di carta riportanti varie password e userID, ognuna delle quali consentiva laccesso ad un profilo virtuale di gioco. (segue)