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Giornalisti Rai sospendono lo sciopero dell’11 giugno, decisione “a larghissima maggioranza”

06 giugno 2014 | 12.04
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La scelta del sindacato Usigrai arriva dopo il voto delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d’Italia: “Pur assumendo una decisione diversa da altre sigle, pretendiamo il massimo rispetto per chi ha scelto di confermare l’astensione”. Ma “restano tutte le preoccupazioni e contrarietà per la vendita di quote di RaiWay”. Il presidente della Commissione di Vigilanza Fico: “RaiWay bene pubblico, non si svende”

(Infophoto)
(Infophoto)

L’Usigrai, sigla sindacale dei giornalisti Rai, ha annunciato ufficialmente la sospensione dello sciopero indetto per l’11 giugno.

“La decisione arriva dopo il voto a larghissima maggioranza delle assemblee tenute nelle ultime 48 ore in tutte le redazioni d’Italia, alle quali il sindacato dei giornalisti della Rai aveva chiesto il congelamento dello sciopero alla luce delle positive novità ottenute grazie all’iniziativa sindacale di queste settimane”.

Nel comunicare la sospensione, l’esecutivo dell’Usigrai sottolinea che “pur assumendo una decisione diversa da altre sigle sindacali, pretendiamo il massimo rispetto per chi ha scelto di confermare lo sciopero: un diritto garantito dalla Costituzione che non può essere deriso con commenti e termini sprezzanti”.

Servizio Pubblico - L’Usigrai rivendica di essere “riuscita a ottenere che si mettesse al centro dell’agenda politica il futuro e lo sviluppo della Rai Servizio Pubblico” con “lotta all’evasione del canone, norme per ‘rottamare’ i partiti e i governi del controllo della Rai”.

Riforma del governo - “Ora vediamo se il governo è in grado di tenere il passo della sfida riformatrice o sono solo annunci” prosegue la sigla, sottolineando che “restano tutte le preoccupazioni e contrarietà per la vendita di quote di Rai Way fatta solo per far cassa, senza un’idea strategica per il Paese sul tema delle torri di trasmissione”.

Tagli da 150 milioni - “E’ la nostra convinzione che il prelievo di 150 milioni di euro, versati dai cittadini per il Servizio Pubblico, sia illegittimo. Su questo, governo e parlamento devono una risposta anche all’Ebu (Associazione dei Servizi pubblici europei), che ha lanciato l’allarme al presidente della Repubblica Napolitano sul rischio per l’indipendenza del Servizio Pubblico”.

Roberto Fico - Su Raiway interviene anche il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), dal blog di Beppe Grillo. “E’ un bene pubblico, non si svende” scrive.

“Il governo Renzi - denuncia Fico - ha deciso di tagliare 150 milioni di euro alla Rai, misura prevista nel decreto Irpef. Questa improvvisa mancata erogazione di risorse (parliamo di circa il 10% del canone già versato dai cittadini per il 2014) non comporterà un’effettiva revisione di spesa interna per la Rai, ma avrà come unica conseguenza la vendita di quote minoritarie di Rai Way, la società controllata da Viale Mazzini che gestisce e possiede gli impianti di trasmissione del segnale radiotelevisivo”.

“Con questo provvedimento - secondo Fico - il governo costringe l’azienda a fare cassa velocemente. Il taglio non porta a quella riforma di cui la Rai ha bisogno. Non esiste un progetto di modifica della governance, cosa che permetterebbe di allontanare l’influenza dei partiti dall’azienda”.

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