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Il Papa ai giudici: “Siate esempio di prudenza e imparzialità”. Nuovo monito contro i corrotti: “Pentitevi”

17 giugno 2014 | 14.15
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Il Pontefice riceve in udienza i membri del Consiglio Superiore della Magistratura e indica Bachelet e Livatino come “modelli da seguire”. Nell’omelia a Santa Marta nuovo anatema contro la corruzione che “irrita Dio e fa peccare il popolo!”

 - INFOPHOTO
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La società si aspetta molto dalla magistratura. Papa Francesco riceve in udienza i membri del Consiglio Superiore della Magistratura con il vice presidente Michele Vietti. L’occasione è quanto mai favorevole per l’appello di Bergoglio alla magistratura ad essere esempio di “moralità”, “imparzialità” e di “prudenza”.

“Siate imparziali e prudenti” - “Il compito a voi affidato a servizio della Nazione - ricorda Bergoglio agli esponenti del Csm - è finalizzato al buon funzionamento di un settore vitale della convivenza sociale”. Papa Francesco si sofferma “sull’aspetto etico che l’ufficio del magistrato incarna. “L’indipendenza del magistrato e l’obiettività del giudizio da questi espresso richiedono un’attenta e puntuale applicazione delle leggi vigenti. La certezza del diritto e l’equilibrio dei diversi poteri di una società democratica trovano la loro sintesi nel principio di legalità, a presidio del quale il magistrato opera. Dal giudice - evidenzia Bergoglio - dipendono decisioni che non soltanto incidono sui diritti e sui beni dei cittadini, ma che attengono alla loro stessa esistenza”. Di conseguenza, “il soggetto giudicante, ad ogni livello, deve possedere qualità intellettuali, psicologiche e morali che diano garanzia di affidabilità per una funzione tanto rilevante”. Fra tutte le qualità, “quella dominante e direi specifica del giudice - evidenzia il Pontefice - è la prudenza: è una virtù di governo, la virtù che inclina a ponderare con serenità le ragioni di diritto e di fatto che debbono stare alla base del giudizio. Si avrà più prudenza se si possiederà un elevato equilibrio interiore, capace di dominare le spinte provenienti dal proprio carattere, dalle proprie vedute personali, dai propri convincimenti ideologici”.

Bachelet e Livatino esempi luminosi - Papa Francesco indica quindi due modelli da seguire: “Desidero menzionare la luminosa figura di Vittorio Bachelet, che guidò il Consiglio Superiore della Magistratura in tempi di grandi difficoltà e cadde vittima della violenza dei cosiddetti anni di piombo; e quella di Rosario Livatino, ucciso dalla mafia, del quale è in corso la causa di beatificazione. Essi - sottolinea papa Bergoglio - hanno offerto una testimonianza esemplare dello stile proprio del fedele laico cristiano: leale alle istituzioni, aperto al dialogo, fermo e coraggioso nel difendere la giustizia e la dignità della persona umana”.

Corrotti pentitevi - Corrotti, pentitevi. Non morite con il cuore corrotto. Nella quotidiana messa celebrata a Santa Marta Francesco è tornato a tuonare contro la corruzione. “Il corrotto irrita Dio e fa peccare il popolo”, dice Bergoglio. “Quando noi leggiamo sui giornali che questo è corrotto, che quell’altro è un corrotto, che ha fatto quell’atto di corruzione e che la tangente va di qua e di là e anche tante cose di alcuni prelati, come cristiani il nostro dovere è chiedere perdono per loro e che il Signore gli dia la grazia di pentirsi, che non muoiano con il cuore corrotto?’’, è l’appello di Francesco. “Condannare i corrotti, sì’’, avverte il Papa sottolineando anche l’importanza di “chiedere la grazia di non diventare corrotti, sì!’’ e di “pregare per la loro conversione!”. Perché, osserva, quando uno “entra nella strada della corruzione, toglie la vita, usurpa e si vende’’.

“Il corrotto - evidenzia il Pontefice - irrita Dio e fa peccare il popolo! Gesù lo ha detto chiaramente: colui che ‘fa scandalo è meglio che si butti in mare’, il corrotto ‘scandalizza la società, scandalizza il popolo di Dio’. Il Signore preannuncia quindi il castigo per i corrotti perché scandalizzano, perché sfruttano quelli che non possono difendersi, schiavizzano”. Il corrotto, prosegue Francesco, “si vende per fare il male, ma lui non lo sa: lui crede che si vende per avere più soldi, più potere’’. In realtà, ha osservato ancora il Papa, “ si vende per fare il male, per uccidere’’. Esiste però una via di uscita anche per i corrotti: “E’ la porta di uscita per i corrotti, per i corrotti politici, per i corrotti affaristi e per i corrotti ecclesiastici: chiedere perdono! Al Signore piace questo - dice il Papa - Il Signore perdona, ma perdona quando i corrotti fanno quello che ha fatto Zaccheo: ‘Ho rubato, Signore! Darò quattro volte quelle che ho rubato!’’’.

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