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Calabria, la processione si 'inchina' al boss mafioso. Alfano: "Rituale ributtante"

06 luglio 2014 | 12.09
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E' accaduto a Oppido Mamertina, nel Reggino, a poche settimane dalla scomunica del Papa contro la 'Ndrangheta. Il corteo religioso si è fermato davanti alla casa del capomafia Giuseppe Mazzagatti in segno di rispetto. I carabinieri hanno lasciato il corteo e filmato tutto. Gratteri: "Prendere provvedimenti con chi ha violato le regole della Chiesa". Monsignor Galantino: "Madonna non si inchina ai malavitosi"

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A Oppido Mamertina anche la Madonna si inchina al boss mafioso. Non è bastata infatti la scomunica del Papa alla 'Ndrangheta per far perdere l'abitudine di chinare il capo davanti ai capimafia. Così è successo - come riportato oggi dal 'Quotidiano della Calabria' - che durante la processione della Madonna delle Grazie nella cittadina del Reggino, il corteo religioso si sia fermato davanti alla casa del capomafia Giuseppe Mazzagatti: trenta secondi di sosta per simboleggiare l'inchino al potente boss di 82 anni, ai domiciliari per motivi di salute.

Un gesto insopportabile per cittadini con la schiena dritta e tanto più per i carabinieri. Sdegnato, il maresciallo di Oppido, Andrea Marino, ha così deciso di abbandonare platealmente la manifestazione insieme agli altri militari.

Ma non solo. ''Il maresciallo si è scostato rispetto alla processione - spiega all'Adnkronos il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, colonnello Lorenzo Falferi - per poter filmare con una telecamera il gesto dell'inchino davanti all'abitazione del boss, e procedere all'identificazione sia dei portatori della statua sia di chi ha dato l'ordine di compiere questo gesto''.

Un "rituale ributtante" secondo il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Che commenta: ''La lotta a tutte le mafie è anche nei comportamenti di chi si oppone ad antiche servitù e soggezioni di chi le omaggia ed è anche in chi prende le distanze da deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi di chi soggiace alle loro logiche di violenza''. Papa Francesco, "un combattente", sottolinea Alfano, "qualche giorno fa ha detto che questa è l'unica strada per una vera e propria rivoluzione sociale. Per un no forte a chi è schiavo del male e della cultura della morte. Questo vale per tutti -prosegue il ministro dell'Interno- per ognuno nel proprio ruolo. Ma soprattutto per chi, proprio per il ruolo, ha il compito e la responsabilità di guidare una comunità e di educare''. Alfano definisce dunque "esemplare il comportamento dei Carabinieri che si sono allontanati -mentre altri compivano quel gravissimo gesto- per mantenere pulita la loro divisa e integro l'alto valore delle istituzioni che rappresentano''.

Plaude al gesto dei militari anche Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso il tribunale di Reggio Calabria. ''I carabinieri hanno fatto benissimo ad allontanarsi. I servitori dello Stato non possono tollerare il minimo compromesso o tentennamento nei confronti della 'ndrangheta'', commenta all'Adnkronos. ''Sta agli altri - rimarca Gratteri - come ho detto sia prima e sia dopo che Papa Francesco venisse in Calabria, essere consequenziali e coerenti con quello che ha detto Bergoglio e con quello che abbiamo scritto con il libro 'Acqua santissima' (di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso sulle contiguità tra 'ndrangheta e chiesa cattolica, ndr)''. ''E' ora di finirla con la retorica delle parole - taglia corto il magistrato da vent'anni in prima linea contro la 'ndrangheta - e incominciare a prendere provvedimenti con chi ha violato le regole della Chiesa e le parole di Papa Francesco''.

La presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha telefonato al maresciallo Marino per ringraziarlo per ''la lealtà alle istituzioni e il senso dello Stato'' dimostrati in occasione della processione. "Quanto è avvenuto nel corso della processione sconcerta e addolora -afferma Bindi- e la Commissione antimafia intende approfondire i fatti incontrando anche il maresciallo Marino''.

Per monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e segretario generale della Cei, ''la Madonna non si inchina ai malavitosi. Chi ha fatto fare l'inchino alla Madonna le ha fatto fare un gesto che la Madre di Dio non ha mai fatto. Si è inchinata la statua, non la Madonna'". E "nonostante quello che è successo - aggiunge mons. Galantino- resta forte l'importanza di quello che Papa Francesco ha detto proprio qui 15 giorni fa. Anzi fa emergere quanto bisogno ci sia di una traduzione in atti delle sue parole in termini di formazione, consapevolezza e sensibilizzazione. La lotta a questi fenomeni si fa formando le persone''.

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