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Come reagiamo a una punizione? Ricerca chiarisce il ruolo dell'ormone della 'felicità'

06 luglio 2014 | 16.15
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Quando siamo in attesa di un evento negativo, di solito esitiamo prima di agire. Ma qualche volta possiamo lasciarci andare. Alcuni ricercatori della Radboud University di Nijmegen, nei Paesi Bassi, hanno dimostrato che quando affrontiamo una 'punizione' o qualcosa di spiacevole, i livelli della serotonina prodotta dal cervello possono influenzare le nostre azioni.

"Quando ci viene promessa una ricompensa, istintivamente tendiamo ad agire. Quando invece ci aspettiamo qualcosa di negativo, istintivamente ci tiriamo indietro", ha detto Hanneke den Ouden del Donders Institute for Brain Cognition and Behaviour al Forum europeo delle Neuroscienze in corso a Milano. "La serotonina sembra essere un fattore chiave nell'influenzare la flessibilità delle nostre azioni in risposta a una situazione spiacevole o indesiderabile". La ricercatrice ha spiegato a che punto è lo studio del ruolo della serotonina nel comportamento umano.

Gli scienziati sanno che la serotonina, così come la dopamina neurochimica, aiuta a regolare il comportamento. Ma mentre sulla dopamina sappiamo molte cose, il ruolo della serotonina è decisamente meno chiaro. Si pensa che la serotonina c'entri con il rinforzamento dell'apprendimento, e con la motivazione che deriva da questo rinforzamento. In questo contesto, la ricerca condotta da den Ouden e colleghi sta aiutando a chiarire la particolare connessione che esiste tra la serotonina e la risposta comportamentale di fronte a eventi avversi.

"In generale, abbiamo scoperto che la serotonina sembra coinvolta nell'elaborazione di 'eventi negativi' come una punizione, effettiva o attesa", spiega la ricercatrice. "Le ricerche passate mostravano un paradosso. I cambiamenti dei livelli di serotonina sono associati alla depressione, in particolare quella che sorge durante l'elaborazione di eventi negativi. Ma i cambiamenti di serotonina sono anche legati a disturbi legati all'aggressività e all'impulsività, in particolare a seguito dell'eccessiva reazione a eventi negativi. Quindi è chiaro che la serotonina è un neurotrasmettitore molto importante all'interno di un vasto range di comportamenti".

Den Ouden e colleghi hanno messo a punto un ampio studio genetico su circa 700 persone, condotto a partire da un gioco online. A seconda delle scelte, i partecipanti ricevevano ricompense o punizioni: i geni ereditari della serotonina influenzavano la probabilità che i soggetti modificassero il proprio comportamento subito dopo la punizione, ma non dopo la ricompensa. "Ma subito dopo aver ricevuto un feedback negativo, a seconda delle varianti del gene della serotonina, potevano essere più o meno propensi a cambiare scelta", dice den Ouden. Questo studio mostra così che i geni associati alla serotonina giocano un ruolo cruciale nella formulazione delle decisioni sul futuro prese sulla base di esperienze passate.

Un altro studio ha analizzato invece il ruolo della serotonina nell'inibizione. Il gruppo di den Ouden ha esaminato i cosiddetti 'bias avversi', risposte scatenate da punizioni o eventi negativi che spingono le persone a tirarsi indietro. "Di fronte a qualcosa di piacevole o gratificante, ci facciamo avanti. Ma se vediamo qualcosa di negativo o minaccioso, battiamo in ritirata" spiega den Ouden. "Ciò che noi ci siamo chiesti, è se la serotonina sia coinvolta nel preciso momento di questa inibizione delle nostre risposte agli stimoli".

Per rispondere a questa domanda, i ricercatori hanno strutturato un altro gioco al computer, dove i partecipanti dovevano premere un bottone per essere ricompensati ed evitare le punizioni. "Le scelte automatiche delle persone erano di premere il bottone più frequentemente quando si aspettavano effetti positivi, e meno quando si aspettavano effetti negativi", racconta den Ouden.

Durante l'esperimento, venivano mostrate sullo sfondo immagini positive o negative: le prime inducevano i partecipanti a premere il bottone, le seconde invece li frenavano. "Le immagini indipendenti dovrebbero essere irrilevanti, ma il condizionamento automatico agisce sempre sul nostro comportamento", osserva la ricercatrice.

Eppure, quando i livelli di serotonina di alcuni partecipanti venivano abbassati da una particolare bevanda amminoacida, l'influenza delle immagini negative svaniva. "Quindi, l'abbassamento della serotonina induceva le persone a premere di più il bottone: in altre parole, la serotonina sembra rimuovere la nostra inibizione di fronte agli eventi negativi". Queste scoperte chiariscono il legame della serotonina con le scelte comportamentali, e potrebbero offrire nuove spiegazioni di come i livelli di serotonina influenzano disturbi legati all'aggressività.

Ora il prossimo passo sarà identificare attraverso le tecniche di imaging le aree del cervello che permettono alle persone di superare i 'bias avversi' durante azioni contro-intuitive, come prendere una posizione per evitare punizioni, o al contrario non agire per ottenere una ricompensa. Den Ouden e colleghi sperano infine che questi sviluppi nella ricerca arrivino a spiegare come la depressione può essere correlata all'aggressività o all'impulsività, e perché alcune persone sono più vulnerabili di altre. La relazione tra serotonina e scelta comportamentale potrebbe così far capire meglio i meccanismi alla base di questi disturbi.

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