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Poliziotti in protesta a Milano, presidio al vertice ministri al Mico

08 luglio 2014 | 13.29
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Circa trecento agenti si sono dati appuntamento questa mattina davanti al centro congressi MiCo, per un presidio organizzato congiuntamente dai sindacati Siulp, Sap, Siap, Anfp, Silp Cgil, Ugl Polizia, Coisp, Consap e Uil Polizia, in occasione del vertice dei Ministri dell'Interno e della Giustizia europei, al via da oggi

Poliziotti in protesta a Milano, presidio al vertice ministri al Mico

Poliziotti in piazza, a Milano, per protestare contro i tagli del ddl sulla riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato, da cui deriverebbe la chiusura di 80 delle 103 questure e degli oltre 300 presidi di polizia, il blocco delle assunzioni e del tetto-stipendi, oltre al rischio della 'militarizzazione della sicurezza'. Circa trecento agenti si sono dati appuntamento questa mattina davanti al centro congressi MiCo, per un presidio organizzato congiuntamente dai sindacati Siulp, Sap, Siap, Anfp, Silp Cgil, Ugl Polizia, Coisp, Consap e Uil Polizia, in occasione del vertice dei Ministri dell'Interno e della Giustizia europei, al via da oggi.

''Si tratta - spiega all'Adnkronos il segretario del Siulp Felice Romano - della prima di una serie di iniziative di mobilitazione per salvaguardare il diritto dei cittadini ad essere sicuri, in un momento in cui l'Istat ha registrato un aumento di circa il 70% delle rapine e dei furti in tutto il Paese e anche per sensibilizzare il presidente del Consiglio, che sembra particolarmente distratto verso la comunità del personale in divisa''.

Il blocco delle assunzioni, per fare un esempio, dal 2008 ha provocato una diminuzione di 40mila uomini nell'organico delle forze dell'ordine. Il decreto infatti, sostengono ancora i poliziotti in protesta, blocca il turnover del personale al 50%, vale a dire che per ogni cento uomini 'in uscita' ne vengono riassunti solo cinquanta. E che per il futuro genererà un calo medio di circa 3.500 unità ogni anno, tra carabinieri, forze di polizia e guardia di finanza.

"L'Europa - commenta il vice segretario dell'Anpf Enzo Letizia - ci bacchetta per il sovraffollamento delle carceri, ma ci bacchetta anche se vogliamo costruire nuovi carceri. I criminali che vanno agli arresti domiciliari sono sempre di più, ma ci sono sempre meno poliziotti per poterli controllare". I dati del ministero della Giustizia , secondo Letizia, parlano di oltre diecimila provvedimenti di arresti domiciliari per scontare la pena definitiva, ma i braccialetti elettronici sono appena duemila e i tribunali sono in fila per richiederli e per rinnovare l'appalto per la nuova fornitura bisognerà attendere almeno fino a marzo 2015.

"Gli interventi di contenimento della spesa pubblica - sottolineano gli organizzatori della protesta di questa mattina- hanno inciso profondamente sul funzionamento del sistema e sulla credibilità dell'istituzione. Tanto per fare un altro esempio, c'è il rischio reale che questa estate non ci sarà alcuna pattuglia di controllo sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria". La scelta di manifestare in concomitanza con il vertice, non è stata casuale: "l'Europa del rigore - precisa Letizia - è la vera responsabile dei tagli che hanno colpito la sicurezza, che ha determinato un lento, ma inarrestabile ritiro delle forze di polizia su tutto il territorio nazionale. Si parla di circa 40mila tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza in meno".

Operazioni come 'Mare Nostrum', che coinvolgono attualmente circa tremila tra uomini impegnati sul posto e sulle navi, a cui devono aggiungersi quelli interessati nella gestione dei profughi distribuiti in tutta Italia, "mostrano con chiarezza la disattenzione dell'Europa ai temi della sicurezza del Mediterraneo". L'auspicio è che i ministri europei riuniti al vertice "prendano coscienza che un'Italia meno sicura equivale a un'Europa meno sicura. Nel breve periodo i nodi irrisolti del Mediterraneo causeranno problemi in tutto il vecchio continente". Per questo "ribadiamo il principio secondo cui spese e investimenti in sicurezza debbano essere esclusi dal limite del tre percento nel rapporto tra Pil e deficit. Per il bene stesso dell'Europa".

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