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Mafia: Grasso, Mancino si sentiva perseguitato e tormentato

11 luglio 2014 | 11.36
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Nel dicembre 2011, pochi giorni prima di Natale, l'ex Presidente del Senato Noicola Mancino era apparsa "una persona tormentata dal punto di vista psicologico, si sentiva quasi perseguitato". A raccontarlo in aula, al processo per la trattativa tra Stato e mafia e' il Presidente del Senato, Pietro Grasso, che oggi depone come teste al dibattimento. "Avevo incontrato il senatore Mancino nel corso della cerimonia degli auguri natalizi del Presidente della Repubblica, nel dicembre 2011, era stato un incontro fuggevole - racconta - Credo di ricordare che fossimo davanti al guardaroba. In quella circostanza, il senatore Mancino mi apostrofo’ dicendo che era quasi perseguitato, non ricordo bene le parole". Il riferimento e' all'inchiesta sulla trattativa che vede oggi imputato Mancino al processo per falsa testimonianza.

"Mi disse ancora che c’erano delle differenze di valutazioni di eventuali suoi comportamenti e omissioni dalle diverse procure che indagavano sulla trattativa - spiega Grasso - Mi disse: 'lei da Procuratore antimafia deve fare qualcosa' e io risposi che l’unico modo per ridurrre all'unita’ le indagini era il potere di avocazione del Procuratore antimafia, ma non c’erano i presupposti e lui disse: 'Si’, ma il coordinamento si puo’ fare'. Mancino era una persona in ansia anche per le pressioni delle valutazioni giornalistiche".

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