Non vacilla, non si fa prendere dallo sconforto, ripete la sua innocenza. E' un mese esatto che Massimo Giuseppe Bossetti si trova in isolamento nel carcere di Bergamo con l'accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio e da allora la sua versione si 'adatta' ai nuovi elementi che si aggiungono al quadro indiziario contro di lui. Un insieme di prove in primis quella del Dna che potrebbero portare la Procura di Bergamo a chiedere, magari già prima dell'estate, il giudizio immediato per il 44enne muratore.
La richiesta di giudizio immediato da parte del pubblico ministero avviene quando la prova appare evidente e la richiesta al gip deve essere inoltrata, salvo eccezioni, entro novanta giorni dalla iscrizione della notizia di reato.
In questo caso il pm Letizia Ruggeri potrà dunque chiedere al gip di 'saltare' l'udienza preliminare, accorciando i tempi per arrivare al processo e consentendo così ai Gambirasio di avere una verità giudiziaria, a quasi quattro anni dal delitto. Dopo l'arresto di Bossetti, l'accusa aveva parlato con prudenza di un "puzzle" con alcuni tasselli mancanti, ma agli indizi contenuti nella richiesta di custodia cautelare negli ultimi giorni si aggiungono nuovi dettagli: le abitudini di Bossetti lo collocano sempre più spesso vicino a quella palestra frequentata dalla vittima. (segue)