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Torino: operazione in campo rom, allontanate 25 persone

17 luglio 2014 | 17.06
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Non avevano titolo, o non erano nella condizione giuridica, per essere inserite in progetti di inclusione sociale, con le relative nuove soluzioni abitative che il Comune della città ha messo in atto con i cosiddetti "patti di emersione"

(Infophoto)
(Infophoto)

Operazione condotta questa mattina da Polizia municipale e forze dell'ordine nel campo nomadi di Lungo Stura Lazio. Gli agenti, eseguendo un sequestro disposto dall'autorità giudiziaria, hanno allontanato 25 persone che vivevano nelle baracche dell'insediamento rom non autorizzato e che non avevano titolo o non erano nella condizione giuridica per essere inserite in progetti di inclusione sociale, con le relative nuove soluzioni abitative.

Dal mese di gennaio, attraverso il progetto di progressivo smantellamento del campo finanziato con risorse del ministero dell'Interno e realizzato dai Servizi sociali della Città di Torino in collaborazione con organizzazioni del privato sociale e sotto la supervisione della Prefettura, sono state "decostruite" 60 baracche delle 91 presenti e firmati 56 cosiddetti "patti di emersione" (l'impegno ad accettare una serie di regole per favorire l'inserimento sociale e lavorativo, acquisire autonomia economica, trasferirsi temporaneamente e a proprie spese in una struttura loro indicata  e rispettare la legge) che hanno coinvolto complessivamente 170 persone.

Il Comune riferisce che le famiglie si sono trasferite in 17 diverse strutture tra housing sociale e alloggi messi a disposizione da associazioni o dal mercato privato, in città e fuori città. Nell'ambito del "patto di emersione", 42 persone stanno frequentando corsi propedeutici all'inserimento lavorativo e 7 sono impiegate temporaneamente grazie a borse lavoro.

Tra le famiglie che hanno già lasciato l'insediamento sulle sponde del torrente Stura, sono sette i nuclei (20 persone) che hanno aderito al ''patto di emersione'' e accettato la proposta di rimpatrio assistito organizzato in collaborazione con enti e associazioni rumene. Il rimpatrio assistito prevede un sostegno iniziale per l'avviamento di attività lavorative nel Paese d'origine. L'obiettivo del progetto di superamento del campo non autorizzato è quello di liberare completamente l'area entro fine anno.

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