E' uno di quelli che la Costa Concordia l'hanno costruita, Giulio Troccoli, operaio carpentiere navale allo stabilimento Fincantieri di Genova Sestri Ponente, e ha sofferto il giorno della tragedia, non solo per le vittime ma anche per la nave, varata il 2 settembre del 2005.
''Ho preso parte ai lavori per la Concordia - dichiara Troccoli all'Adnkronos - sono in Fincantieri da 33 anni, la nave era destinata a diventare l'ammiraglia della flotta Costa e lo è rimasta per qualche anno finché non ne sono arrivate di più grandi, costruite a Monfacone e Marghera. Noi tutti, operai, tecnici, ingegneri, impiegati, sentivamo sentivamo l'orgoglio e la responsabilità di costruire una nave così. Ogni lamiera e ogni saldatura veniva sottoposta a radiografia, la Concordia è uscita dal nostro cantiere perfetta, e se non lo fosse stata quella sera del 13 gennaio 2012 all'Isola del Giglio si sarebbe spezzata in due. E comunque non sarebbe stata in grado di affrontare la traversata dal Giglio a Genova".
"Vederla finire così mi ha fatto male. Oltre al dolore per la sorte delle vittime che hanno provato tutti - prosegue Troccoli - quelli che come me hanno lavorato con tanta passione a costruire una nave considerata un gioiello, e lo era, in grado di fare fronte a ogni evenienza, hanno sofferto. Noi che costruiamo le navi abbiamo la fortuna di vedere il nostro prodotto finito, siamo orgogliosi di quello che facciamo''. Lo stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente ha prodotto anche sei - otto dei 30 cassoni d'acciaio impiegati per il rigalleggiamento e iil trasporto della Concordia, gòli altri sono stati costruiti negli stabilimenti Fincantieri di Ancona, Castellamare di Stabia e Palermo.
