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Fecondazione eterologa, gli esperti: "Il donatore resti anonimo a meno di gravissimi motivi di salute"

28 luglio 2014 | 16.22
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Gli studiosi in un documento emanato dopo la conclusione del tavolo tecnico del ministero della Salute: "Mai rivelare l'identità biografica dei donatori". E auspicano "più figli da ogni donatore per la stessa coppia". Inoltre, "occorre prevedere per le donazioni una forma di rimborso che dovrà essere rigidamente regolamentata"

 (foto Infophoto)
(foto Infophoto)

"E' necessaria la tutela assoluta e inviolabile dei cosiddetti 'dati identificativi' dei donatori, con unica possibile eccezione in caso di gravissime e straordinarie esigenze sanitarie dove sarà possibile conoscere l'identità genetica/biologica del donatore e sempre e comunque con esclusione dell'identità biografica, su documentata richiesta decisa da apposita commissione medica". Lo sostengono gli esperti del tavolo tecnico del ministero della Salute sulla fecondazione eterologa in un documento emanato dopo la conclusione dei lavori, avvenuta venerdì scorso. "Un'adeguata registrazione dei dati anamnestici familiari del donatore - precisano - consentirà di evitare, attraverso l'incrocio dei dati, con quelli dei potenziali riceventi, il rischio di utilizzare, per la donazione, gameti di un consanguineo del ricevente".

Secondo gli esperti è necessario inoltre "definire l'immediata disponibilità di norme e l'apertura di uno specifico capitolo di spesa per la realizzazione delle bio-banche pubbliche all'interno di strutture del sistema sanitario nazionale". Ancora, "le società scientifiche ribadiscono inoltre il fermo convincimento che non sussistano particolari impedimenti alla attivazione delle procedure di donazione di gameti in Italia. Il compito delle istituzioni sanitarie pubbliche è quello di garantire in tempi brevissimi e certi la possibilità per i cittadini di accedere alle procedure di Pma con donazione di gameti, senza discriminazioni di carattere economico e territoriale, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha affermato la necessità di rimuovere le cause determinanti 'un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia, in base alla capacità economica'".

Più figli da ogni donatore per la stessa coppia - Nel documento gli esperti auspicano poi più figli da ogni donatore per una stessa coppia, in modo che i bambini siano in qualche modo 'fratelli' e condividano una parte del proprio patrimonio genetico. "Il limite al numero di nati per ciascun donatore/donatrice - si legge nella dichiarazione - deve basarsi su considerazioni epidemiologiche, che, già effettuate in altri Paesi, limitano a circa 25 le nascite per una comunità di circa un milione di abitanti", ovvero "nascite in un numero di famiglie non superiore a 10, consentendo la possibilità di un ulteriore concepimento dallo stesso donatore/donatrice per la stessa coppia ricevente, mantenendo, in tal modo, inalterato, il rischio di incontro involontario tra consanguinei".

Regole rigide per rimborsi donazione - Per gli esperti, inoltre, "occorre prevedere per le donazioni una forma di rimborso che dovrà essere rigidamente regolamentata, analogamente alle donazioni di sangue e midollo, per non vanificare la possibilità di disporre di gameti e ribadire il valore solidaristico dell'atto oblativo del dono".

Martedì audizione Lorenzin in commissione Camera - Intanto è prevista per martedì alle 14.30 in commissione Affari sociali della Camera un'audizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sull'esecuzione della fecondazione eterologa in Italia. Il ministro riferirà "sulle iniziative del Governo conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale 162 del 2014, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della legge 40/2004 sul divieto del ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo".

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