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Palermo, inchino al boss durante una processione. Il procuratore: "Indagheremo"

29 luglio 2014 | 16.34
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E' successo davanti all'agenzia di pompe funebri dei familiari di Alessandro D'Ambrogio, padrino di Cosa nostra, rinchiuso nel carcere di Novara in regime di 41 bis. Messineo all'Adnkronos: "Saranno effettuati accertamenti". Il sindaco Orlando: "Accertamenti rigorosi". L'episodio di Oppido Mamertino

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Sull'inchino della statua della Madonna a Palermo, nei vicoli di Ballarò, davanti all'agenzia di pompe funebri dei familiari di Alessandro D'Ambrogio, padrino di Cosa nostra, rinchiuso nel carcere di Novara in regime di 41 bis, saranno effettuati degli accertamenti. A confermarlo all'Adnkronos è il procuratore di Palermo, Francesco Messineo.

"Non ci sono al momento evidenze di reato specifiche - spiega -, ma è certamente un fatto che merita un approfondimento. Ho già parlato con gli aggiunti e nelle prossime ore delegheremo alla Polizia giudiziaria delle verifiche".

Per il capo della Procura di Palermo, in ogni caso, al di là dei profili penali si tratta di "un episodio inquietante", che getta "una luce negativa sulla vita" dei quartieri del capoluogo siciliano. La dimostrazione per Messineo che "la subcultura mafiosa, nonostante le operazioni di polizia e carabinieri e i colpi inferti a Cosa nostra, sopravvive".

Ma il procuratore di Palermo tiene anche a sottolineare come "la Chiesa stia affrontando con molto impegno e rigore la questione del rapporto tra i boss e la religione, sta intervenendo e lo sta facendo con molto rigore".

Il sindaco Orlando: "Accertamenti rigorosi" - ''Sicuramente l'episodio appare inquietante e merita il più rigoroso accertamento. Accertamento da parte delle autorità ecclesiastiche palermitane, da anni impegnate a impedire inquinamenti di questo genere: ricordiamo tutti con affetto e gratitudine le parole che pronunciarono il cardinale Pappalardo e Papa Giovanni Paolo II, e che sono state ribadite con grande forza anche recentemente da Papa Francesco. Ovviamente ci dovrà essere un accertamento anche da parte degli inquirenti''. A dirlo è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Secondo il primo cittadino, che manifesta "grande preoccupazione" per l'accaduto, è "necessario grande rigore, non solo per affermare la cultura della legalità, ma anche per rispetto alla fede, che è un valore così radicato nella realtà palermitana che non si può permettere a nessuno di snaturarlo''.

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