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Bronzi di Riace con boa fucsia, veli e tanga leopardato: è polemica

02 agosto 2014 | 19.48
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Gli scatti di Gerald Bruneau, allievo di Andy Warhol, nel Museo di Reggio Calabria stanno suscitando un vespaio. La soprintendente Bonomi: "Uno spiacevole incidente. Ma non parlerei di vilipendio, solo di cattivo gusto". Il leader del movimento dei Diritti civili, Corbelli, chiede l'intervento della Procura

Le foto dei Bronzi 'truccati' pubblicate su dagospia.it
Le foto dei Bronzi 'truccati' pubblicate su dagospia.it

Sta montando in polemica la serie di scatti dei Bronzi di Riace eseguiti dal fotografo Gerald Bruneau, allievo di Andy Warhol. I Guerrieri, esposti al Museo nazionale della Magna Grecia, sono stati ritratti con veli, un boa fucsia e un tanga leopardato. Queste foto, ritenute dissacranti dagli ammiratori dei Bronzi, hanno fatto subito scattare una levata di scudi a favore dell'immagine stessa delle opere d'arte.

Per la soprintendente ai Beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi, si tratta di "uno spiacevole incidente". Il fotografo, spiega Bonomi all'Adnkronos, "faceva parte di un nutrito gruppo di fotografi e giornalisti esteri che sei, sette mesi fa venne invitato dalla regione Calabria per una campagna di promozione dei Bronzi. Mi mostrò una foto di Paolina Borghese con un velo che mi piacque, e lo autorizzai a scattare delle foto al Bronzo A con un tulle. Ho visto il risultato ed era buono, però poi io non sono rimasta con lui nella sala ed evidentemente ha travalicato la mia fiducia e l'autorizzazione. I miei collaboratori mi tenevano aggiornata per telefono e quando ho capito che stava andando oltre quanto poteva fare l'ho fatto smettere".

Secondo la Soprintendente, montare un caso sulle foto di Bruneau è eccessivo: "Non parlerei di vilipendio, solo di cattivo gusto. Questo è di cattivo gusto ma abbiamo già tanti altri problemi, non ne farei una tragedia".

Più duro il leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli che chiede: "Su questo gravissimo episodio la Procura della Repubblica di Reggio apra subito una inchiesta e persegua, in modo severo ed esemplare, l'artista francese, così come si è fatto negli anni scorsi per altri casi simili, anche meno gravi". Corbelli, esprimendo sdegno, definisce l'episodio "di inaudita gravità, un danno di immagine (e non solo) purtroppo irrimediabile. Le due Statue, con quegli scatti choc e vergognosi, sono state di fatto oltraggiate e deturpate".

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