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Ebola: in sangue sopravvissuti possibile cura, i 'survivor' sono 4 su 10

20 agosto 2014 | 17.28
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Milano, 20 ago. (Adnkronos Salute) - Combattere Ebola con le armi naturali di chi il virus lo ha sconfitto da solo: quel 40% di pazienti scampati alla morte dopo essere stati colpiti dall'infezione che dilaga in Africa occidentale. Utilizzare il sangue di questi 'survivor', isolandone il plasma ricco di anticorpi anti-Ebola e usandolo come cura, è la strada che si profila all'orizzonte per trovare una risposta rapida all'emergenza. Una strategia che non richiederebbe l'intervento dell'industria farmaceutica e che viene definita "fattibile" da David Wood dell'Organizzazione mondiale della sanità, a capo del team Oms che sta valutando questo approccio.

"Ci stiamo consultando con esperti del settore, così da avere una previsione realistica di quando questa opzione potrebbe essere disponibile. Contiamo di avere informazioni in merito molto presto", spiega il funzionario citato dal quotidiano inglese 'Independent'. Si può fare anche per Mary Kate Hart, ricercatrice immunologa che ha condotto i primi studi sugli anticorpi anti-Ebola per l'esercito americano: "Non è un'idea folle", dice, precisando che le trasfusioni di sangue prelevato dai sopravvissuti all'infezione possono offrire benefici ed essere al contempo relativamente sicure.

Anche Kent Brantly, uno dei due operatori sanitari Usa che si sono ammalati di Ebola in Liberia e stanno ricevendo in patria il siero sperimentale 'ZMapp', ha ricevuto una trasfusione di sangue prelevato da un 14enne sopravvissuto al virus, riferisce Samaritan's Purse, organizzazione umanitaria del North Carolina afferente alla Chiesa evangelica.

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