Lamberto Giannini parla all'Adnkronos del fenomeno del reducismo jihadista: "Vediamo giovani che si radicalizzano in maniera velocissima su internet, sotto l'effetto di una propaganda a tappeto"
La situazione in Siria e in Iraq ''suscita attrattiva" nelle schiere dei potenziali militanti jihadisti ed "è un catalizzatore importante che ha avuto l'effetto di far aumentare di molto i fenomeni di radicalizzazione''. Lo sottolinea all'Adnkronos Lamberto Giannini, Direttore del Servizio Centrale Antiterrorismo della Polizia.
Sotto il profilo della sicurezza, ''assistiamo a profili di giovani che si radicalizzano in maniera velocissima sul web, sotto l'effetto di una propaganda a tappeto su internet. E' uno degli aspetti su cui si concentra l'azione di prevenzione", aggiunge Giannini.
Il 'reducismo' di ritorno verso i Paesi di residenza da parte di militanti inviati nel mondo a sostenere la causa jihadista "non è nuovo. C'è già stato ai tempi del conflitto in Bosnia e in Afghanistan", osserva il capo del servizio centrale antiterrorismo.
Il Servizio Centrale Antiterrorismo, in ogni caso, monitora ''gli ingressi e le uscite di persone sospette, soggetti noti che hanno già combattuto e soggetti radicalizzati che in poco tempo potrebbero essere un'attrazione per i più giovani''.
Attualmente alcuni giovani da Francia, Gran Bretagna e in misura ridotta anche dall'Italia sono attratti dalla Siria, si preparano attraverso la propaganda sul web e per loro ''i soggetti che hanno già partecipato sul fronte dei combattimenti -sostiene Giannini- potrebbero essere radicalizzatori degli arruolatori''. Per combattere questo fenomeno ''la carta vincente è la collaborazione internazionale e interna. In Italia abbiamo il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA) a cui partecipano tutte le Forze di Polizia e le Agenzie di intelligence''.