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Strage di Erba, isolamento finito per Rosa e Olindo. I legali: entro fine anno richiesta di revisione

27 agosto 2014 | 21.24
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I coniugi, condannati all'ergastolo, hanno finito di scontare i tre anni di isolamento diurno inflitti dai giudici d'Appello, verdetto confermato in Cassazione

 (Infophoto)
(Infophoto)

Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba (Como) dell'11 dicembre 2006 in cui morirono quattro persone e rimase ferita una quinta, "non sono più in isolamento da giugno". Lo rende noto uno dei legali, Fabio Schembri.

I coniugi hanno finito infatti di scontare i tre anni di isolamento diurno inflitti dai giudici d'Appello, verdetto confermato in Cassazione. Marito e moglie, Olindo è detenuto a Opera e Rosa a Bollate, continuano a vedersi tre volte al mese per due ore ogni incontro, come concesso loro fin subito dopo la condanna. Nel corso della detenzione, i coniugi si dedicano a delle attività: il lavoro nell'orto per Olindo e la sartoria per Rosa.

I legali della coppia stanno lavorando alla richiesta di revisione del processo e contano "in un paio di mesi - spiega all'Adnkronos l'avvocato Schembri - a novembre o comunque entro l'anno" di presentare "i nuovi elementi raccolti sul caso" alla Corte d'Appello di Brescia. Un insieme di atti, testimonianze, nuove indagini cui Schembri lavora insieme alla collega Luisa Bordeaux e al professore Nico D'Ascola, il trio che difese la coppia nel procedimento di secondo grado.

Era il 3 maggio 2011 quando la Cassazione confermò la condanna per il quadruplice omicidio dell'11 dicembre 2006: sotto i colpi di spranga e coltelli morirono Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini. Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio, si salvò solo perché creduto morto. La sua testimonianza fu una delle prove decisive, a dire dell'accusa, per dimostrare la colpevolezza dei coniugi Romano. Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre di Youssef, in più occasioni disse di non essere certo della colpevolezza di Olindo e Rosa; mai nessun dubbio invece per la famiglia Castagna e per Frigerio.

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