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Immigrati, bimba nasce durante i soccorsi sulla nave Euro

06 settembre 2014 | 17.54
LETTURA: 6 minuti

Si chiama Yambambi Yete, è in ottima salute. Sta bene anche la mamma. Non c'è stato il tempo per organizzare il trasferimento in ospedale ed è venuta alla luce con l'assistenza del personale medico militare della Marina. Il comandante Nardone: "Per noi è stata una grandissima gioia, che ci dà nuove motivazioni e conferma l'importanza della missione"

La piccola nata sulla nave Euro (foto della Marina Militare)
La piccola nata sulla nave Euro (foto della Marina Militare)

Si chiama Yambambi Yete ed è "in ottima salute, come la mamma", la bimba nata oggi a bordo della nave Euro della Marina militare, impegnata nel Canale di Sicilia nell'operazione Mare Nostrum.

L'unità della Marina, impegnata oggi in diverse attività di soccorso nel Canale di Sicilia, aveva appena tratto in salvo 90 migranti, tra cui la donna prossima al parto. Non c'è stato il tempo per organizzare il trasferimento della partoriente in un ospedale, la bambina è venuta alla luce nella nave della Marina. Il parto, riferiscono all'Adnkronos fonti della Marina, è avvenuto con l'assistenza del personale medico militare imbarcato a bordo della nave Euro.

"La piccola pesa circa 3 kg e sta bene, come la mamma. Per noi è stata una grandissima gioia, che ci dà nuove motivazioni e conferma l'importanza della missione", dice all'Adnkronos il Capitano di fregata Cristian Nardone, comandante della nave Euro.

Fatimada, la mamma, originaria del Gambia, si trovava insieme al marito, al figlio e ad altre 90 persone su un gommone in difficoltà ed è stata fatta salire a bordo dai soccorritori alle 14.35. Il personale medico della nave (il tenente di vascello Maria Paola Cesca, il capitano infermiere della Croce Rossa Istvan Piffer, il maresciallo Mario Moscato) "si è subito reso conto che il parto era imminente e che non ci sarebbe stato il tempo di organizzare un'evacuazione medica con l'elicottero in dotazione sulla fregata Euro. A quel punto è stato necessario organizzare uno spazio sulla nave per permettere alla donna di partorire in condizioni igieniche e di sicurezza adeguate".

Alle 15.23 di questo pomeriggio Yambambi è così venuta alla luce "senza complicazioni" ed è stata affidata alla mamma e al papa, Lame Yete. Quest'ultimo "è un magazziniere che viveva a Tripoli insieme alla famiglia e che a causa della situazione in Libia ha deciso di imbarcarsi sul gommone", alla volta delle coste europee, sfidando la sorte.(

Il comandante Mattesi della San Giusto: "Così salviamo i bambini" - ''I bambini parlano molto poco. Si esprimono con lo sguardo, facendo conoscere emozioni e paura. Quando ci sorridono, vuol dire che si sono lasciati dietro l'inferno''. A parlare è Mario Mattesi, dal 10 ottobre comandante di nave San Giusto, unità della Marina Militare impegnata nell'operazione Mare Nostrum, in prima linea nel salvataggio di migranti nel canale di Sicilia.

''Quando i bambini hanno ricevuto in dono giocattoli o pennarelli che ci avevano inviato per loro -spiega Mattesi all'Adnkronos- pensavano di essere in un altro mondo. Sulla nave si sentivano al sicuro, in cerca di futuro''.

Ma le storie sono tante. ''Portiamo a bordo uomini e donne in fuga da guerra e fame -racconta il comandante di nave San Giusto- giovanissimi di colore che sono state seviziati o violentati. Sulla pelle hanno cicatrici e segni di dolore. In un trasporto di migranti, conclusosi a Crotone, abbiamo recuperato una donna, somala. Aveva con sé un feto, in un sacco. La sua bambina era nata prematuramente, su un barcone. Nel sacco c'era ancora la placenta. Un'ostetrica ha soccorso la donna. Lei non ha pianto, portava con sè in silenzio il sacco. Faceva capire che quello era il suo tesoro''.

''Nave San Giusto ha finora recuperato 9.600 migranti -spiega ancora Mattesi indicando anche i numeri dell'impegno umanitario della Marina- vengono dall'Africa Subshariana, tanti da Ghana, Mali o Eritrea. Ma c'è anche una forte componente di siriani, palestinesi e iracheni. Li prendiamo a bordo con le loro storie, gli occhi impauriti. Ci sono tanti minori che viaggiano da soli, imbarcati all'avventura. Cercano di attraversare il Mediterraneo, perché le loro famiglie li reputano in buona salute e quindi più adatti a raggiungere l'Europa per cercare lavoro''.

Nell'esodo dei migranti sul Mediterraneo ci sono ''molti gruppi familiari veri e propri, come palestinesi e siriani, in fuga da conflitti e disperazione'', dice ancora il comandante di nave San Giusto, ''viaggiano insieme a minori non accompagnati, che si lasciano dietro solo la morte''.

''La stragrande maggioranza di questi migranti non sa nuotare -rimarca Mattesi- molti non possono permettersi di acquistare un salvagente dai mercanti di esseri umani, e quindi li aspetta la morte''.

''La nostra principale preoccupazione -sottolinea il comandante- è giungere subito sul luogo del soccorso, avvicinarsi ai barconi. Cerchiamo di calmarli e subito passiamo loro i salvagenti. A bordo di nave San Giusto ne abbiamo migliaia''. Terminata questa operazione, ''la priorità è trarre in salvo donne e bambini, per eviatre che nella concitazione di lasciare i barconi vengano travolti o calpestati dagli altri passeggeri. Nell'ultimo trasporto a Reggio Calabria, i migranti erano 1.593''.

''Tra loro -ricorda Mattesi- c'erano 272 minori e circa 200 donne, di cui 24 in stato interessante. Sul barcone della speranza c'era anche una donna, incinta di 8 mesi. Aspettava due gemelli. Mi capita di pensarla, a volte. Spero che ora stia bene''.

''Una volta a bordo -prosegue il comandante di nave San Giusto- ai migranti soccorsi in mare viene data acqua e cibo, e subito prestate le cure mediche. Al termine dello screening sanitario, si passa a quello identificativo, per stanare possibili scafisti. Nell'operazione Mare Nostrum -ricorda- finora ne sono stati arrestati 271''.

A volte sono gli stessi migranti a puntare il dito contro di loro. ''Quando si sentono supportati da militari e polizia, parlano di più -rimarca Mattesi- e questo permette di individuare i responsabili dei traffici di esseri umani, soprattutto quando ci sono persone che hanno visto i propri cari morire in mare''.

Per gli uomini di nave San Giusto l'umanità è la nostra prima 'regola d'ingaggio', ma ''obiettivo della missione -sottolinea il comandante- è anche cercare scafisti e mercanti di vite umane, smascherare organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione di migliaia di persone''.

''Loro, i migranti vogliono solo una vita tranquilla, essere liberi'', dice il comandante di nave San Giusto, ''e questa voglia di libertà va oltre le frontiere. Fuggono per avere la possibilità di esistere, lavorare e avere una famiglia al fianco''.

''Tutti quelli che sono impegnati nell'operazione Mare Nostrum -sottolinea Mattesi- non solo militari, ma associazioni e fondazioni, sono impegnati non lo fanno solo con la convinzone di portare avanti un impegno dato dal governo. Ci mettono il cuore''.

''L'essere italiani ci distingue anche in questo -conclude Mattesi- ed è bello vedere la passione e l'amore in ogni forma di supporto che viene data a queste persone. I miei uomini hanno un grande cuore, continueranno a salvare vite umane. Ogni giorno''.

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