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Orso trovato morto in Abruzzo: forse è stato avvelenato

12 settembre 2014 | 17.02
LETTURA: 3 minuti

La carcassa rinvenuta a Pettorano sul Gizio (L'Aquila). Potrebbe trattarsi di Peppina, l'animale che giovedì notte si è introdotto nel cortile di un agricoltore della zona. Vespa accende twitter con il suo post: "Tristi per la stupida morte di Mamma Orsa?". Dopo la bufera politica, anche il conduttore di 'Porta a Porta' in controtendenza sulla tragica fine dell'orsa. E finisce nel mirino dei social

Un orso (Infophoto) - INFOPHOTO
Un orso (Infophoto) - INFOPHOTO

All'indomani delle polemiche per l'uccisione di Daniza in Trentino, la carcassa di un orso, morto probabilmente per avvelenamento, è stata trovata nella tarda mattinata di venerdì in Abruzzo, alla periferia di Pettorano sul Gizio (L'Aquila) in prossimità della centrale Enel.

I Forestali del Comando Provinciale dell'Aquila sono stati allertati da un cittadino che durante una passeggiata ha visto l'animale morto ai margini della Riserva del Monte Genzana, "fuori dalla zona di protezione esterna (zpe) del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise".

Sul posto sono intervenuti due funzionari, "di cui un veterinario del Corpo forestale dello Stato", due guardie del Parco nazionale d'Abruzzo e un altro veterinario dell'Azienda sanitaria locale. Dal mese scorso, spiegano al Corpo Forestale, due orsi fanno incursioni notturne nel territorio di Pettorano sul Gizio.

"In particolare, l'esemplare ritrovato è uno dei due non munito di radio collare" e proprio giovedì "nello stesso comune un contadino aveva avuto un incontro ravvicinato con un orso in prossimità del proprio pollaio".

Considerate le caratteristiche dell'animale dunque potrebbe trattarsi proprio dell'orsa Peppina che giovedì notte si è introdotta nel cortile di un agricoltore della zona. L'uomo, trovandosi al cospetto dell'animale, si è dato alla fuga ma è caduto ferendosi.

I forestali indagano "per risalire alle cause della morte del plantigrado".

Per Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente, le morti dei due orsi non sono "una terribile coincidenza". "E' evidente - sottolinea - che la mancanza di una politica strategica per la tutela di questi animali abbia contribuito ad esacerbare situazioni delicate che andrebbero gestite con particolare attenzione e competenza".

"Chiediamo ora al governo - aggiunge - di mettere in piedi senza ulteriori indugi una unità di missione, d'intesa con le Regioni e le Provincie autonome, per tutelare questi esemplari che rappresentano, oltretutto, una parte importantissima del nostro patrimonio di biodiversità. È inaccettabile quanto sta accadendo. E' ora di affrontare la questione della convivenza tra i grandi carnivori e l'uomo con strumenti adeguati, impegnando professionalità e investimenti necessari a modificare concretamente l'attuale situazione di approssimazione e dilettantismo''.

Legambiente ribadisce la necessità di mettere in campo un progetto nazionale strategico per la tutela dell'orso sul territorio italiano, che preveda finalmente l'impiego di personale competente e di adeguate risorse finanziarie fino ad oggi sempre negate.

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