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Napoli, San Gennaro rinnova il miracolo. "Il sangue si è sciolto"

19 settembre 2014 | 10.35
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A darne l'annuncio il cardinale Crescenzio Sepe: "Vedete il Signore quanto vuole bene alla città? E' segno della sua bontà e della sua misericordia"

L'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe. (Foto gentilmente concessa dall'assessore alla Cultura della Calabria, Mario Caligiuri, devoto di San Gennaro)
L'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe. (Foto gentilmente concessa dall'assessore alla Cultura della Calabria, Mario Caligiuri, devoto di San Gennaro)

Il sangue di San Gennaro si è sciolto. A darne l'annuncio l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, nel Duomo dove si sono riuniti i fedeli per la festa del Santo patrono della città. Il prodigio della liquefazione del sangue, contenuto nella teca conservata all'interno della Reale cappella del Tesoro di San Gennaro, è stato annunciato dal cardinale alle 10.12 ed è stato accolto dallo sventolio di fazzoletti bianchi e da un lungo applauso.

"Vedete il Signore quanto vuole bene a Napoli? E' segno della sua bontà e della sua misericordia, ed è segno che San Gennaro continua a proteggere Napoli", ha detto il cardinale Sepe. Tanti i fedeli che già dalle prime ore del mattino hanno riempito l'interno della Cattedrale così come il sagrato; presenti tra gli altri il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il presidente del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis e rappresentanti delle istituzioni locali e delle forze dell'ordine.

Nell'omelia l'alto prelato si è rivolto "a tutti i cittadini della Diocesi con un pressante invito: ognuno faccia la sua parte per ridare dignità alla nostra terra. Solo se crescerà il senso civico di tutta la comunità, sostenuto da opportune politiche, potremo sperare in una svolta positiva per Napoli, degna del prestigioso ruolo che la storia le ha assegnato". Su Napoli, ha detto il cardinale, "pesano le conseguenze della crisi economica mondiale che ha reso più precarie le sue già difficili condizioni di vita. Oggi anche a Napoli c'è fame di pane, di giustizia, di lavoro, di legalità e progettualità. E' necessario un supplemento di responsabilità da parte di tutti".

Ricordando come "la nostra comunità ecclesiale ha riconosciuto in questi anni le proprie lacune e inadeguatezze nel difficile compito di formare i fedeli a contribuire alla crescita del nostro tessuto sociale e civile", l'arcivescovo si è detto "certo che anche i rappresentanti delle istituzioni vorranno concorrere al bene comune, aprendo nuovi spazi alla crescita della cittadinanza e accelerando i tempi per processi non più procrastinabili, dando speranza soprattutto ai nostri giovani con programmi specifici a loro diretti".

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