"Un nuovo patto sociale, di fronte alla crisi economica". E' quel che chiede il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, nell'intervento pubblicato sull'Osservatore Romano. "La nuova mappa della povertà in Europa che si sta delineando dal 2008 a oggi assume ormai i contorni di un’autentica catastrofe sociale - avverte - Catastrofe perversa che, oltre a produrre sofferenza e inquietudine, allontana sempre più i Paesi del nord da quelli dell’Europa meridionale e, al loro interno, tra chi è garantito e chi non lo è: ovvero tra chi vive all’interno della sicura cittadella dei diritti acquisiti e chi ne è escluso".
Commentando i dati Istat "che certificano il drammatico aumento della disoccupazione giovanile", il porporato sottolinea che "molti giovani hanno completamente perso la speranza di poter trovare un lavoro e perdere questa speranza significa essere messi ai margini della società, privati della dignità, per riprendere le parole di Papa Francesco".
Una realtà che, osserva il cardinale Bassetti, "trova conferma anche nella quotidiana attività pastorale: non poche famiglie, infatti, stanno drasticamente riducendo le spese per l’alimentazione, la cura della salute e l’istruzione e in molti casi non hanno neppure il denaro sufficiente per comprare i libri scolastici". (segue)
E allora, per il cardinale Bassetti, "mai come oggi la questione sociale rappresenta per l’intera classe politica un’urgenza non più rinviabile e per la Chiesa una sfida decisiva: saper coniugare l’annuncio del Vangelo con il concetto evangelico di giustizia". Lo stesso insegnamento della Chiesa "va ancor più rafforzato alla luce della persistente crisi economica, che sembra ormai una crisi di sistema, e del vero e proprio grido di dolore che sale dalle periferie della nostra società", come rileva spesso il Papa.
L'arcivescovo di Perugia richiama "la necessità di rompere gli schemi di ingiustizia che strangolano le persone. Siamo posti di fronte a un’emergenza sociale che oltrepassa ogni diversità politica, religiosa o culturale: per ripensare un’economia sana è dunque doveroso ripartire dai poveri e da un nuovo patto sociale".
