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Dipendenza digitale e generazione iperconnessa, al via il primo corso italiano di Cyberpsicologia

10 ottobre 2014 | 13.30
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Alla Lumsa debuttano le lezioni per comprendere il disagio psichico dei 'mobile born' e curarli in modo innovativo. Il docente di psicologia dello Sviluppo all'Adnkronos Salute: "Il nostro mondo viaggia verso una colossale dipendenza dalla connessione senza la quale molti di noi non sanno più trovare un ristorante, corteggiare una donna, conoscere un amico, informarsi"

(Infophoto)
(Infophoto)

Dopo i nativi digitali è in arrivo la generazione dei 'mobile born'. "Bambini che fin da piccolissimi, smanettando sul seggiolone, prendono dimestichezza con tablet e telefonini e sviluppano il cervello in modo del tutto peculiare, come mostrano anche gli ultimi studi di imaging cerebrale. Si tratta di una vera e propria mutazione antropologica. Per intercettare eventuali disagi e trovare modi efficaci di intervento su futuri uomini e donne tecno-liquidi, occorre una nuova psicologia".

Così Tonino Cantelmi, docente di psicologia dello Sviluppo all'università Lumsa di Roma, illustra all'Adnkronos Salute i motivi che hanno portato il suo ateneo ad attivare il primo corso italiano di Cyberpsicologia, che debutta sabato a Roma.

"Ne usciranno i primi 100 cyberspicologi" prevede lo psichiatra. "Il nostro mondo viaggia verso una colossale dipendenza dalla connessione: senza, infatti, molti di noi non sanno già più trovare un ristorante, corteggiare una donna, conoscere un amico, capire i mali del mondo, informarsi o divertirsi. E chiudere una storia d'amore. La dipendenza da Internet - avverte l'esperto - sta diventando anche un modo di vivere, dunque si colloca tra patologia e futura normalità. E come cambia il modo di esprimere il disagio psichico, ad esempio in chat e sui social, cambia anche il modo di curarlo. L'era digitale segna la fine di molte forme di psicoterapia antiche - prevede Cantelmi - insomma, è in arrivo una vera e propria rivoluzione in tutti i settori".

I 'mobile born', che oggi vanno all'asilo e alla materna, saranno "futuri uomini e donne tecno liquidi - prevede lo psichiatra - che adotteranno schemi mentali e categorie di pensiero nuove. Lo stiamo già vedendo. E quello che sappiamo già è che questi giovani troveranno normale il filtro della tecnologia".

"Allora perché - si chiede Cantelmi - gli studenti di psicologia non devono adattarsi, studiando la cyberpsicologia? Come è possibile ancora oggi studiare lo sviluppo del bambino, ma anche la sua salute e le patologie mentali, con categorie sorpassate, adatte alla realtà di cento anni fa?". Ecco, l'appuntamento di sabato "segna un cambiamento: ne usciranno i futuri primi 100 cyberpsicologi d'Italia".

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