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Aumentano le 'adozioni in vicinanza', pannolini e rette dell'asilo per i bimbi italiani meno fortunati

12 ottobre 2014 | 17.27
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Nel nostro Paese per questione di privacy non è possibile adottare un singolo bambino. Tante le iniziative di associazioni. Curatola, presidente del ForumSad: "Complice la crisi economica, aumenta la povertà in Italia e gli stessi enti locali non riescono a coprire i bisogni territoriali di welfare"

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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La crisi economica sta cambiando anche la 'geografia' delle adozioni a distanza. Se finora la generosità degli italiani era rivolta ai bambini bisognosi nei Paesi in via di sviluppo, aumentano sempre di più le cosiddette 'adozioni in vicinanza'. Una forma di solidarietà grazie alla quale, con un contributo mensile, si può 'adottare' un bimbo nel nostro Paese, pagandogli ad esempio la retta dell'asilo nido, acquistando pappe, pannolini o provvedendo alle sue cure ed educazione. Spese alle quali le famiglie troppo spesso non riescono più a fare fronte.

In Italia - come testimoniano gli ultimi dati di Save the Children - cresce infatti drasticamente la povertà minorile, con quasi 1 milione e mezzo di minori che vive in povertà assoluta e quasi 2.400.000 in povertà relativa. Un aumento che si registra soprattutto nel Sud d'Italia. Da qui le tante iniziative di associazioni impegnate nelle adozioni in vicinanza di bambini, ma anche di donne vittime di violenza, di madri single o famiglie in situazione di disagio economico. "Complice la crisi economica, aumenta la povertà in Italia e gli stessi enti locali non riescono a coprire i bisogni territoriali di welfare", commenta all'Adnkronos Vincenzo Curatola, presidente del ForumSad, che riunisce 121 associazioni di sostegno a distanza. Da qui la richiesta di aiuto, raccolta dalle associazioni che ampliano i loro progetti di adozione non più solo internazionale ma rivolta anche ai bisogni territoriali. Insomma - osserva - se da un lato si globalizza la povertà, che non e più solo dei paesi in via di sviluppo ma anche in quelli Occidentali, dall'altro cambia anche la solidarietà". "Dei progetti italiani di adozione in vicinanza, con un bilancio aggiornato - annuncia Curatola - si parlerà al prossimo Forum, in programma a marzo 2015 a Torino".

Tra le associazioni pioniere nei progetti di adozione in vicinanza la Fondazione 'aiutare i bambini', che ha lanciato a giugno dello scorso anno un progetto che, ad oggi, ha raggiunto 15 asili nido distribuiti in tutta Italia e raccolto già 500 donatori. Con 15 euro al mese si permette a bambini, che altrimenti non avrebbero potuto pagare la retta, di frequentare l'asilo nido e ricevere tutto il necessario: pappe, pannolini, cure e educazione. Una nuova forma di sostegno che "incontra un interesse sempre maggiore - riferiscono all'Adnkronos responsabili della Fondazione - proprio perché in questo momento di crisi, i donatori sentono molto forte la necessità di aiutare 'in casa propria' le tante famiglie bisognose e i loro bambini".

In Italia per questione di privacy - spiegano - non è possibile adottare un singolo bambino, come accade per il sostegno a distanza, che prevede l'assegnazione di un bimbo oltre che informazioni costanti al donatore sul 'figlio adottivo'. In questa forma di solidarietà 'in vicinanza' si può contribuire al finanziamento di un progetto, ad esempio quello sugli asili nido e al donatore saranno date informazioni sulla struttura e sulle sue attività. "Anche se quest'anno - riferiscono - abbiamo organizzato un 'open day' aprendo le porte degli asili nido sostenuti ai donatori".

La crescente crisi economica ha messo in difficoltà tantissime famiglie e case di accoglienza, così da rendere assolutamente necessario il contributo dei privati, come spiega Marco Griffini, presidente dell'associazione Amici dei Bambini (Aibi). "Molte comunità stanno chiudendo, non ci sono più soldi e si chiede quindi un contributo alla collettivita''', aggiunge. Anche l'Aibi ha avviato progetti per aiutare bambini italiani in difficoltà o in condizioni di disagio familiare che comprendono sia l'affido (ovvero l'inserimento di un bambino in famiglie ''temporanee'' in attesa che venga trovata una vera famiglia adottiva) sia una rete di case famiglia, centri servizi, comunità mamma-bambino e appartamenti per gruppi.

L'Associazione 'Fare per Bene' ha invece realizzato un progetto per adottare una famiglia tra le tante "che vivono situazioni disagiate a causa dell'aumento esponenziale dei licenziamenti, della precaria situazione economica e dei tagli alle politiche sociali. Si stima che 3 milioni 232mila nuclei familiari nel nostro Paese non riescano più a comprare cibo, a pagare le visite mediche, l'affitto, il mutuo e le utenze fondamentali come l'energia elettrica e il riscaldamento. Per questo, la onlus offre la possibilità di adottare una famiglia per una o due settimane o per un mese (versando differenti quote) fornendo loro pacchi alimentari, libri scolastici e contributi per pagare le bollette.

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