cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 00:15
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Mafia, l'allarme del Sismi nel 1993: "Rischio attentato a Napolitano"

16 ottobre 2014 | 19.36
LETTURA: 4 minuti

Ad agosto, dopo le stragi mafiose di Roma e Milano, i servizi segreti militari inviarono una nota riservata ai ministeri di Interno e Difesa in cui parlavano di "alto rischio di attentati" nei confronti dell'allora presidente della Camera Napolitano e del presidente del Senato Spadolini. Gli atti dei servizi sono stati depositati al processo per la trattativa

(Infophoto)
(Infophoto)

Nell'agosto del 1993, dopo le stragi mafiose di Roma e Milano, i servizi segreti militari inviarono una nota riservata al ministero dell'Interno, al ministero della Difesa, al Sisde e ai vertici di carabinieri e Guardia di finanza in cui parlavano di "alto rischio di attentati" nei confronti dell'allora presidente della Camera Giorgio Napolitano e dell'allora presidente del Senato Giovanni Spadolini.

La nota è stata depositata dai magistrati della Procura di Palermo agli atti del processo per la trattativa tra Stato e mafia. La Dda ha acquisito, in particolare, alcuni atti che sono stati mandati nel 2002 dal Cesis all'ex pm Gabriele Chelazzi, il magistrato di Firenze morto pochi anni dopo. Si tratta di alcune note riservate dei servizi segreti militari.

La prima, del 29 luglio 1993, è una nota interna del Sismi in cui si dà atto di una fonte, di cui non viene rivelato il nome, che avrebbe avuto conoscenza e avrebbe riferito agli 007 del "rischio concreto di un attentato nel periodo che va dal 15 al 20 agosto 1993" e che avrebbe riguardato una personalità politica "di rilievo" facendo i nomi di Spadolini e Napolitano, che all'epoca erano rispettivamente presidente del Senato e della Camera.

Il 4 agosto del 1993 il Sismi trasmette la nota sul rischio attentati a Spadolini e Napolitano al gabinetto del Viminale, il cui ministro era Nicola Mancino, imputato del processo per la trattativa, al gabinetto della Difesa, al Comando generale dei carabinieri, della Guardia di Finanza, al Sisde. Ci sono poi altri scambi di atti ma, secondo la Procura, la cosa più significativa è una nota, sempre interna del Sismi, che a fine agosto del 1993, in cui si dice che ci sono stati altri riscontri all'attendibilità della fonte e che "l'innalzamento dei livelli di protezione ha impedito il verificarsi degli attentati" a Spadolini e Napolitano.

Le note sul pericolo attentati a Napolitano e a Spadolini dell'agosto del '93, secondo la Procura di Palermo, si intersecano con la riunione del 6 agosto 1993 convocata dal Cesis, subito dopo le stragi mafiose di Roma e Milano, alla quale partecipano tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine ma anche della Dia, dei Servizi segreti e persino del Dap.

Tutti gli scambi sono proprio a cavallo delle note del Sismi. Al termine della riunione si fa un documento di lettura sulle possibili matrici delle bombe del '93 in cui si parla della possibile "riconducibilità alle bombe di Cosa nostra" ma si parla anche di altre ipotesi, terrorismo internazionale, palestinese e pure della pista anarchica.

Pochi giorni dopo, cioè il 10 agosto 1993, c'è un'informativa a firma unica della Dia in cui per la prima volta, in maniera chiarissima, viene descritto lo scenario in cui maturarono le bombe del 1993; cioè scompare, in altre parole, il riferimento al terrorismo internazionale e agli anarchici.

Si dice che le bombe del '93 non solo erano bombe di mafia ma, soprattutto, bombe che avevano l'obiettivo di "intavolare un dialogo con le istituzioni per il 41 bis". Da lì a poco Antonio Manganelli, che allora dirigeva lo Sco, fa un'ulteriore annotazione in cui conferma la nota del 10 agosto di Gianni De Gennaro della Dia e la avvalora affermando che l'ipotesi è confermata da una fonte dello Sco.

Per la Procura di Palermo, che rappresenta l'accusa nel processo per la trattativa, quello del '93 è un periodo cruciale perché nel novembre di quell'anno c'è la vicenda sulla mancata proroga del 41 bis, il carcere duro, per centinaia di boss mafiosi.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza