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Feste popolari, quella 'voglia di appartenenza' che contagia anche i giovani

21 ottobre 2014 | 16.42
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Fortemente radicate nel territorio, animano la vita di grandi città o piccoli borghi coinvolgendo intere comunità. Lombardi Satriani all'Adnkronos: "Non sono state travolte dai processi di modernizzazione e globalizzazione perché le persone hanno bisogno di ancorarsi al mondo e di fare parte di una comunità del noi" (Fotogallery)

La Varia di Palmi (Infophoto) - INFOPHOTO
La Varia di Palmi (Infophoto) - INFOPHOTO

Processioni danzanti, cortei storici, grandi macchine a spalla, infiorate, falò e sfide di tiro. Sono numerosissime le feste popolari che continuano ad animare la vita dei Comuni italiani, un fenomeno assolutamente unico nel contesto europeo. Si va dalle celebrazioni religiose alle rievocazioni di antichi riti, da atti propiziatori a feste di ringraziamento per uno scampato pericolo. Tratto comune di tutte queste manifestazioni, che attirano turisti da ogni parte del mondo, è il profondo legame con la storia e l'identità cui si svolgono. (Fotogallery)

"Ogni festa popolare è fortemente radicata nel territorio", spiega all'Adnkronos Luigi Maria Lombardi Satriani, docente di Discipline Dea (Demo-etno-antropologiche) presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. "La festa - sottolinea - è legata all'identità territoriale, al senso di appartenenza, alla percezione di far parte di una comunità del noi".

"Ancora oggi è così - assicura - ci sono state delle trasformazioni, ma se si va a 'grattare' sotto la superficie, si vede che questa voglia di appartenenza c'è ancora perché le persone hanno bisogno di un punto d'appoggio nel mondo, di ancorarsi e rendere domestico il proprio ambiente". "Anche se a prima vista - continua - sembra che le feste popolari siano state travolte dai processi di modernizzazione e globalizzazione, questo bisogno di appaesamento dell'ambiente circostante c'è ancora ".

Un bisogno che è avvertito anche dalle nuove generazioni. "Nelle persone più anziane - osserva Lombardi Satriani - questo ancorarsi al passato è molto più forte, ma è operante anche nei giovani che magari però non ne hanno una precisa consapevolezza".

"C'è un'ampia fenomenologia delle feste", spiega Lombardi Satriani, per il quale è importante guardare alla "connotazione sociale dei protagonisti" perché a costituire "il nucleo portante" di queste manifestazioni sono "gli strati umili della popolazione" anche se poi nella festa vengono coinvolti "in forme diverse protagonisti di altre fasce sociali".

"Ci sono alcune feste - continua - che hanno raggiunto un'ulteriore notorietà con il riconoscimento da parte dell'Unesco come patrimonio culturale dell'umanità, ma anche feste meno note che però caratterizzano fortemente il territorio". "Una città - continua - può identificarsi in una festa particolare come quella di San Gennaro che esalta l'identità napoletana, oppure può riguardare una comunità molto più piccola come la festa di San Rocco a Palmi o ad Acquaro di Cosoleto in Calabria, il festino di Santa Rosalia a Palermo o quella di Santa Lucia in tante località siciliane con la pratica della cuccìa, cioè del grano bollito dolce".

Per non snaturare la festa è importante non caricarla di finalità economiche, avverte Lombardi Satriani, che ha analizzato il fenomeno nel volume 'Folklore e profitto'. "La celebrazione di identità del senso di appartenenza viene vissuta come forma di espressione di un sentimento religioso. Anche se ci sono momenti ludici e commerciali come fiere e mercati - sottolinea - complessivamente la finalità della festa è autocelebrativa e autorealizzativa, farne un richiamo turistico assoggettandola a finalità immediatamente commerciali - conclude Lombardi Satriani - dà l'avvio a processi di folclorizzazione e di strumentalizzazione che la snaturano".

Ecco alcune delle tante feste popolari che si svolgono in Italia.

In Campania a Nola si tiene ogni anno la Festa dei Gigli in occasione della festività patronale dedicata a San Paolino, il vescovo che nella prima metà del V secolo sacrificò se stesso e i suoi averi in cambio della liberazione della popolazione dai Visigoti. Al suo rientro in città, venne accolto dai nolani con dei gigli rievocati con dei ceri addobbati portati in processione. La festa si svolge il 22 giugno di ogni anno, se cade di domenica, o quella successiva, se giorno infrasettimanale.

In Calabria ad agosto si svolge la Varia di Palmi in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera. La festa rievoca l'aiuto che nel 1575 i palmesi diedero ai messinesi in occasione di una grave pestilenza ricevendo in dono in segno di gratitudine uno dei tre Sacri Capelli della Vergine. La Varia è un enorme carro sacro trasportato a spalla da 200 Mbuttaturi che rappresenta l'universo e l'assunzione in cielo di Maria.

Sempre in Calabria nella Settimana Santa si rinnova a Nocera Terinese la celebrazione dei 'vattienti', che vestiti di rosso si flagellano pubblicamente. Pieni di ferite e di sangue, a voler imitare quelle che sono state le sofferenze di Gesù, percorrono le vie del paese, rilasciando sui muri i segni delle mani insanguinate.

Nel Lazio a Viterbo la sera del 3 settembre di ogni anno la Macchina di Santa Rosa viene trasportata a spalla da circa 100 facchini per le vie del centro storico. Profondo è il culto dei viterbesi per Rosa, una devotissima ragazza, povera e malata, vissuta nel XIII secolo che predicò la fede cristiana, offrì aiuto ai suoi concittadini e compì numerosi miracoli.

Sempre nel Lazio, a Genzano ogni anno, da oltre due secoli, si tiene nel mese di giugno l'Infiorata, che si estende per circa 2000 mq. Per la realizzazione dei quadri occorrono almeno 350.000 fiori. Storicamente la festa è collegata alla celebrazione cristiana del Corpus Domini. Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando in occasione della Processione del SS. Sacramento si spargevano fiori a piene mani.

In Trentino a Predazzo si festeggia a settembre 'La desmontegada', ovvero il rientro a valle del bestiame e dei pastori dalle malghe dell'alpeggio estivo. Le mucche con rumorosi campanacci al collo e adornate sulla fronte e tra le corna con fiori intrecciati con rami di abete e nocciolo sfilano per le vie del centro.

In Toscana a Capoliveri, un comune dell'Isola d'Elba, si celebra la domenica precedente la Pentecoste la Festa del Cavatore, che rievoca il lavoro svolto per secoli e generazioni nelle cave del ferro, minerale estratto e lavorato sul quel territorio fin dal tempo degli Etruschi. In memoria delle fatiche e dei caduti sul lavoro, ogni anno un gruppo di uomini vestiti da cavatore attraversa le vie di Capoliveri intonando 'La romanza del cavatore'.

In Umbria nelle città di Gubbio e Sansepolcro si tiene il Palio della Balestra, una gara di tiro a segno con la balestra medievale da postazione che si disputa ininterrottamente dal XV secolo. In occasione del Palio si svolge anche il corteo storico con oltre quattrocento figuranti che vestono costumi medievali a Gubbio e abiti rinascimentali, ispirati agli affreschi di Piero della Francesca, a Sansepolcro.

A Gubbio si celebra, ogni 15 maggio, anche la Festa dei Ceri. Due le ipotesi sulla nascita della tradizione: una religiosa, legata alla devozione degli eugubini nei confronti del vescovo Ubaldo Baldassini, e l'altra pagana, poco documentata, che fa riferimento a un'antichissima festa in onore di Cerere, dea delle messi.

In Sicilia a Catania si festeggia la Festa di Sant'Agata il 17 agosto, anniversario del ritorno delle reliquie della Santa in città da Costantinopoli. Il 4 e 5 febbraio la 'vara' con le reliquie della santa viene portata in processione sul 'fercolo', una macchina trainata con due lunghe e robuste funi, da centinaia di giovani vestiti con il caratteristico 'sacco', preceduta dalle cosiddette 'Candelore' fantasiose sculture verticali in legno, con scomparti dove sono scolpiti gli episodi salienti della vita di S. Agata.

Sempre in Sicilia a Palermo si tiene a luglio il tradizionale corteo storico per la Festa di Santa Rosalia, che ricorda la liberazione della città dalla peste del 1624 in seguito al ritrovamento sul Monte Pellegrino delle reliquie della Santuzza.

In Sardegna a Sassari si svolge il 14 agosto, la sera precedente alla festa della Madonna Assunta, la Faradda dei Candelieri, una processione danzante di grandi colonne di legno, ceri simbolici, detti appunto 'candelieri'. Secondo la tradizione, l'origine della festa è di matrice pisana e risale al XIII secolo. La tradizione assume poi un significato ancor più profondo con il voto della città in onore della Vergine Assunta che nel '500 pose fine a una terribile pestilenza.

Ad Alghero la notte del 23 giugno, vigilia di San Giovanni e del solstizio d'estate, si accende in spiaggia un falò propiziatorio e purificatore e si rivive il rito collettivo dell'acqua, il salto del fuoco e il rito del comparatico. Per l'occasione risorge anche la cerimonia della divinazione secondo la tradizione del piombo fuso nell'acqua fredda attraverso la quale le ragazze da marito traevano previsioni sul mestiere del futuro marito.

In Basilicata nel comune di Accettura, in provincia di Matera, si tiene ogni anno la sagra del Maggio con il tradizionale matrimonio degli alberi, in occasione dei festeggiamenti per il patrono San Giuliano. Si tratta di un antico rito nuziale, celebrato come rito di fecondità, in cui un albero di alto fusto, il Maggio, si unisce a un agrifoglio, la Cima.

In Abruzzo il 28 e il 29 agosto a L’Aquila si rinnova il rito della Perdonanza, l’indulgenza plenaria perpetua che Celestino V, la sera stessa della sua incoronazione a pontefice, concesse a tutti i fedeli di Cristo.

Nelle Marche a Sant'Elpidio a mare si svolge ad agosto la Contesa del secchio, una competizione tra squadre tipica del Medioevo che consiste nel cercare di essere i primi a mettere nel pozzo una palla fatta di stoffa e cuoio.

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